DONNE DI CERVELLO

 

(APPUNTI)

 

 

 

GIUGNO 2015.

 

 

 

Katie Meyler. È nata 32 anni fa a Bernardsville, nel New Jersey, dove è stata allevata da una madre single che, per cercare di provvedere il necessario per le tre persone di famiglia, era costretta a fare due lavori. Katie da bambina ha conosciuto la povertà e la generosità dei vicini e, più in generale, delle persone del suo quartiere. Probabilmente questa esperienza ha avuto un ruolo decisivo nell’indurla, da adolescente, ad impegnarsi nel volontariato sociale.

Da studentessa di high school trascorreva l’estate dedicandosi all’aiuto internazionale dei più deboli: inviata da organizzazioni religiose nei paesi in via di sviluppo, dedicava più di 500 ore di impegno gratuito ai più bisognosi.

Nel 2006, con l’associazione cristiana Samaritan’s Purse, si recò per la prima volta in Liberia. Fu inviata a West Point, uno spaventoso agglomerato di abitazioni fatiscenti poste su una penisola che si affaccia sull’Oceano Atlantico a nord della capitale Monrovia: più di 75.000 persone prive di elettricità, acqua corrente e servizi igienici. La maggior parte di loro si recava per i propri bisogni corporali sulle pubbliche spiagge, dove spesso si vedevano adulti defecare all’aperto, in prossimità di cumuli di immondizia, fra i quali si aggiravano bambini in cerca di cibo o indumenti. Un territorio-ghetto fra i peggiori del pianeta, in un paese sottosviluppato che ha sofferto 14 anni di guerra civile.

Dopo aver completato gli studi presso la North Central University in Minneapolis, Katie Meyler decise di tornare in Liberia, e vi tornò: prima con Samaritan’s Purse, poi con la Shine Foundation, che la assegnò a West Point, per lo sviluppo di un programma costituito da due parti, una dedicata agli ex-combattenti ed una rivolta a 150 giovani privi di scolarizzazione.

La Meyler si rese subito conto che le condizioni delle donne, e di bambine e ragazze in particolare, erano spaventose in quel luogo: la violenza fisica, morale e sessuale era nel costume della popolazione ed ormai passava addirittura inosservata. Sebbene il paese vantasse il primo presidente donna democraticamente eletto di tutta l’Africa, ossia Ellen Johnson Sirleaf, sembrava che non si facesse nulla per affrontare realmente il problema. Ancora oggi, la violenza sessuale è il crimine più frequente, e la maggior parte delle vittime ha fra gli 8 e i 18 anni. In Liberia, la maggior parte delle ragazze dei ghetti come West Point è costretta a prostituirsi con la forza o indotta a farlo in mancanza di alternative per procurarsi da vivere.

Katie Meyler decise di fare qualcosa; divenuta amica di molte ragazze del ghetto, chiese loro cosa desiderassero di più al mondo. Si aspettava risposte tipo “acqua fresca in abbondanza per bere e lavarsi”, o questo o quel cibo; oppure il desiderio di una vita affettiva felice e agiata con l’uomo dei sogni. La risposta che ottenne la colse di sorpresa: un’istruzione. Prima di lasciare la Liberia, nel 2007, la Meyler promise alle ragazze che in un modo o nell’altro le avrebbe portate a scuola.

Da quella esperienza presero le mosse le straordinarie realizzazioni che hanno reso celebre in tutto il modo questa straordinaria donna di cuore e di cervello.

 

Isabella Floriani

BM&L-giugno 2015

www.brainmindlife.org