IL DOLORE COME MALATTIA NEURODEGENERATIVA

 

(SETTIMA PARTE)

 

La stessa riduzione della capacità di valutare il rischio è stata riscontrata da Volker Neugebauer e Vasco Galhardo[1] in ratti con patologia artritica dolorosa, dei quali è stata studiata la funzione cerebrale comparandola con quella di roditori sani. La stima erronea dei rischi era associata ad alterazioni della segnalazione nei circuiti che collegano l’amigdala alla corteccia prefrontale, ossia il complesso nucleare più importante nell’elaborazione sottocorticale delle emozioni e la parte del neopallio che governa le funzioni cognitive di più alto livello, come attenzione, memoria di funzionamento ed elaborazione delle decisioni.

Studi precedentemente svolti dallo stesso Neugebauer con i suoi collaboratori, suggeriscono che il dolore cronico sperimentalmente indotto nei ratti può portare all’amplificazione di segnali neurali in entrata nell’amigdala nocicettiva, ossia una parte del complesso amigdaloideo che specificamente interviene nell’elaborazione del dolore. Questo input accresciuto ai neuroni della formazione nucleare a mandorla, accresce l’attività efferente diretta alla corteccia prefrontale e consistente in una segnalazione amigdalo-corticale inibitoria. Tale esito, che appare coerente con il ruolo decorticante che la neurofisiologia classica ha attribuito alle strutture del sistema limbico, indica che il dolore cronico - nel topo e verosimilmente nell’uomo - accresce l’inibizione della corteccia prefrontale da parte dell’amigdala nocicettiva compromettendo l’abilità di valutare correttamente il rischio e le opzioni nell’elaborazione delle decisioni. Simili alterazioni della fisiologia cerebrale possono spiegare la difficoltà di concentrarsi, i disturbi del pensiero ed altre forme di declino cognitivo nelle persone che soffrono di dolore cronico.

La prima dimostrazione di atrofia prefrontale da lombalgia, ad opera di Apkarian e colleghi, risale al 2004. In quello studio la riduzione volumetrica era proporzionale alla durata del dolore e grosso modo equivalente a quella prodotta dal processo di invecchiamento fisiologico nell’arco di 10-20 anni. Da allora, vari altri gruppi di ricerca hanno rilevato segni di atrofia nel cervello di pazienti affetti da diverse forme di sofferenza cronica persistente.

L’insieme dei dati ottenuti ha indotto ad ipotizzare che la fisiopatologia del dolore cronico potrebbe di per sé consistere in una malattia neurodegenerativa che porta al danno e al rimodellamento della corteccia prefrontale e di altre aree implicate nell’elaborazione cognitiva e nel controllo di funzioni psichiche.

I processi che conducono dal dolore cronico alla neurodegenerazione sono ancora da identificare, ma una prima traccia è già stata individuata proprio nell’ipereccitabilità dei neuroni che caratterizza le algie di lunga durata. L’aumentata reattività si traduce costantemente in un notevole innalzamento della quota del neurotrasmettitore glutammato rilasciata dai terminali sinaptici, con aumento relativo della frazione presente all’esterno delle cellule. La neurotossicità dell’acido glutammico è nota nei suoi dettagli molecolari, ma il suo ruolo nella degenerazione da dolore cronico per ora rimane una semplice ipotesi di lavoro, pertanto molte altre possibilità sono attualmente prese in considerazione da parte dei ricercatori.

 

 [continua]

 

La nota, divisa in parti per la pubblicazione sul sito, è la trascrizione di una relazione tenuta giovedì 26 novembre 2009 dal professor Giuseppe Perrella, presidente della Società Nazionale di Neuroscienze. L’autrice del testo, ringraziando il presidente per la disponibilità mostrata nell’accettare la riduzione della sua articolata trattazione e per le note aggiunte al testo, consiglia la lettura delle numerose recensioni di argomento connesso, che sono state pubblicate negli ultimi anni nella sezione “NOTE E NOTIZIE” (a partire da quelle recenti, come Note e Notizie 21-11-09 La percezione del dolore nella donna) e degli altri scritti correlati, editi nelle altre sezioni del sito (ad esempio: Dibattito sui nuovi farmaci nella terapia del dolore in RUBRICHE - Dibattiti).

 

 

Ludovica R. Poggi

BM&L-Gennaio 2010

www.brainmindlife.org

 

 

[Tipologia del testo: RASSEGNA]

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Rispettivamente della University of Texsas Medical Branch e dell’Università di Porto (Portogallo).