LA COSCIENZA DELLA
DECISIONE DI MUOVERSI RICHIEDEREBBE UN PIANO DI ESECUZIONE DEL MOVIMENTO
GENERATO NELLA CORTECCIA PARIETALE
Il nostro cervello sa prima di noi che abbiamo deciso di
muoverci. Il motivo di questa strana affermazione risiede nel fatto che la
maggior parte delle attività di movimento avviene sulla base di una complessa
regolazione automatica che computa momento per momento le informazioni
adattando una miriade di schemi esecutivi, secondo patterns predeterminati. Le
nostre azioni volontarie solo raramente sono direttamente guidate dalla
coscienza dell’azione intesa come piano motorio: la coscienza è focalizzata
sugli scopi e sulle più importanti informazioni di contesto o di comunicazione.
La gestione “in automatico” adopera circuiti filogeneticamente più antichi, in
complessi di attività che sono come macchine dedicate veloci e precise. Un
segno di questa attivazione si ha nel “readiness potential”
dell’elettrofisiologia che precede la consapevolezza che si sta per compiere un
movimento. Infatti, perché la volontà di muoversi diventi cosciente è
necessario il transito dell’informazione attraverso quella rete che prende il
nome di circuito di Libet e richiede almeno 500 millisecondi. A. Sirigu e i
suoi collaboratori, studiando pazienti con danno della corteccia parietale,
hanno riscontrato che questi non erano in grado di riferire la consapevolezza
dell’intenzione del movimento. Hanno perciò ipotizzato che l’attività della
corteccia parietale abbia importanza nella genesi di un modello interno di
movimento pianificato e che questo modello sia importante per la consapevolezza
della pianificazione motoria (Sirigu et al. Nature
Neurosci, 30 November 2003, pubblicazione online 10.1038/nn1160).