CONTROLLO CIRCANNUALE DEGLI STATI DEL CORPO E DELLA MENTE

 

 

Numerose condizioni di sofferenza psichica e patologia psichiatrica si presentano a scadenze regolarti nel corso della vita, suggerendo un legame più stretto con ritmi e cicli biologici, che con gli eventi ambientali e relazionali cui sono esposti coloro che ne soffrono. Una di queste condizioni si caratterizza come disturbo depressivo periodico ed è riconosciuta dalla nosografia dell’American Psychiatric Association (DSM-IV-TR) come seasonal affective disorder.

Si è fatta strada la convinzione che il sostrato neurobiologico di questa manifestazione psicopatologica abbia un ruolo determinante nell’innesco della sintomatologia. Si ipotizza che un sistema neurologico di controllo dei ritmi circannuali, come quello degli animali che vanno in letargo, si sia sviluppato diffusamente nelle specie animali e si sia conservato nel corso dell’evoluzione per il controllo dell’adattamento stagionale anche nella nostra specie. La sua integrazione nei sistemi omeostatici di base dell’organismo lo renderebbe inapparente e la sua presenza sarebbe rivelata dalla psicopatologia stagionale.

Se si accetta questa ipotesi, il recente lavoro condotto da Kondo e collaboratori al Mitsubishi Kagaku Institute di Tokyo, sul controllo del letargo da parte di uno specifico complesso proteico, assume un notevole rilievo per possibili sviluppi futuri nella terapia di queste sindromi a prevalente caratterizzazione affettivo-emotiva (Circannual control of hibernation by HP complex in the brain. Cell 125, 161-172, 2006).

Era stato proprio il gruppo di Kondo, in una precedente ricerca, ad identificare nel sangue dello scoiattolo rosso (chipmunk o red squirrel) la macromolecola detta hibernation protein (HP) e a rilevarne la marcata riduzione durante il periodo letargico. In questo ultimo lavoro si è invece riscontrato, nel periodo di quiescenza dell’animale, un aumento nel cervello della subunità HP20c del complesso proteico.

Per accertare il rapporto di questo rilievo con la fisiologia dei ritmi circannuali, i ricercatori giapponesi hanno stabulato gli scoiattoli rossi al buio e a temperatura costante per un lungo periodo, rilevando che il livello di HP20c nel cervello continuava ad oscillare su base stagionale. Le variazioni di livello di questa subunità non si potevano, perciò, attribuire alle variazioni di temperatura e di illuminazione, ma soltanto a processi di regolazione endogena.

I ricercatori si sono chiesti se HP20c abbia un ruolo causale nel fenomeno del letargo: in tal caso l’inibizione della sua azione molecolare mediante un anticorpo avrebbe prodotto effetti evidenti. Per sottoporre al vaglio sperimentale questa possibilità, è stato prodotto e somministrato un HP20c-Ab a scoiattoli rossi in letargo, con il risultato di una notevole riduzione della durata del periodo di stasi annuale dei piccoli animali. L’importanza della subunità HP20c, evidenziata da questo effetto dell’anticorpo, trova riscontro in quanto accade in particolari scoiattoli, nei quali l’impossibilità di generare l’innalzamento del livello della subunità nel cervello, si accompagna all’impossibilità di ridurre la temperatura corporea durante l’inverno e dare avvio al letargo.

Con quali meccanismi molecolari la subunità HP20c determina i suoi effetti, e quale ruolo ha il complesso HP nella regolazione dei ritmi circannuali delle specie non ibernanti?

Questi interrogativi impegneranno la ricerca dei prossimi anni, intanto Kondo e i suoi collaboratori ipotizzano che HP, bersaglio di ritmi circannuali a genesi endogena, porti al cervello segnali ormonali essenziali per indurre il letargo.

 

L’autrice della nota ha discusso l’argomento con Giuseppe Perrella e Nicole Cardon, e si è avvalsa della collaborazione di Isabella Floriani.

 

Diane Richmond

BM&L-Giugno 2006

www.brainmindlife.org