CERVELLO UMANO: UN MIRACOLO NEI GENI 

 

 

Il biologo J. B. S. Haldane per primo notò che lo straordinario incremento di dimensione dell’encefalo umano costituisce la più rapida trasformazione evolutiva che si conosca. 

Il tempo intercorso fra l’Australopithecus e l’Homo habilis e fra questo e l’Homo sapiens è veramente breve, se comparato a quello richiesto per l’intera evoluzione del cervello dei mammiferi, eppure in quel lasso di tempo il volume delle strutture neo-encefaliche, e in particolare della neocorteccia, ha avuto una vertiginosa crescita esponenziale che ne ha determinato un incremento proporzionale superiore a quello che aveva condotto dall’animale più semplice fino alla scimmia. Questo incremento volumetrico, secondo la maggior parte degli studiosi di paleoantropologia, ha preceduto lo sviluppo di un linguaggio verbale e di forme sociali organizzate e non può considerarsi -come si faceva in passato- conseguenza di attività ad alto impegno cognitivo.

Sono fioriti innumerevoli costrutti ipotetici ed alcune teorie per spiegare la genesi di questo salto naturale nel numero dei neuroni, nel grado di complessità dei collegamenti e nel livello di organizzazione morfofunzionale. In genere, questi tentativi di interpretazione delle cause si fermano al livello fenotipico, cioè all’aumento di dimensioni dell’encefalo. Infatti, si sa ancora poco circa i mutamenti genetici che resero possibile questa straordinaria evoluzione.

Dorus e i suoi collaboratori (Accelerated evolution of nervous system genes in the origin of Homo sapiens Cell 119, 1027-1040, 2004) hanno intrapreso uno studio molto interessante, volto ad accertare se nella comparazione filogenetica dei geni ritenuti fondamentali per lo sviluppo del sistema nervoso è possibile rintracciare un’accelerazione evolutiva corrispondente al dato anatomico e fisiologico. 

Sono stati comparati i tassi di evoluzione di 214 geni che hanno ruoli importanti per il sistema nervoso in due diverse linee evolutive:

 

1)      una linea di primati, compresa fra i macachi e gli esseri umani;

2)      una linea di mammiferi costituita dai roditori compresi fra i ratti e i topi.

 

Il tasso medio di evoluzione per questi geni è risultato molto più alto nella linea dei primati che in quella dei roditori.

Successivamente gli autori hanno comparato un sottogruppo di geni importanti per lo sviluppo del sistema nervoso centrale, ed hanno trovato una differenza nel tasso di evoluzione fra roditori e primati molto più alta di quella dell’intero gruppo dei 214 neuro-geni.

Sulla base di questi dati il gruppo di Dorus ha deciso di comparare i geni della linea evolutiva che porta al macaco con quelli della linea che conduce all’Homo sapiens: i geni per lo sviluppo del sistema nervoso centrale umano presentavano il più elevato tasso di accelerazione evolutiva misurabile.

 

BM&L-Febbraio 2005