LE CELLULE CGRFI VEDONO PRIMA DEI RECETTORI DELLA RETINA

 

 

Alla costituzione di quella straordinaria struttura che chiamiamo sistema visivo prendono parte vie non direttamente responsabili della formazione delle immagini, spesso indicate con l’acronimo inglese NIP (non-image-forming pathways). A questa componente prendono parte, oltre alle cellule dei coni e dei bastoncelli proprie della via più specifica, degli elementi molto interessanti definiti con un nome molto lungo cellule gangliari retiniche fotorecettive intrinseche (CGRFI).

In un lavoro pubblicato in Current Biology, Sekaran e colleghi hanno dimostrato che alla nascita, due settimane prima che le cellule dei coni e dei bastoncelli divengano sensibili alla luce, le CGRFI consentono alla retina dei mammiferi la prima rilevazione dei segnali luminosi (Melanopsin-dependent photoreception provides earliest light detection in the mammalian retina. Current Biology 15, 1099-1107, 2005).

Gli autori hanno trovato che il fotopigmento melanopsina è espresso nelle CGRFI alla nascita, consentendo loro di rispondere alla rilevazione delle frequenze della luce visibile prima dello sviluppo della sensibilità nelle cellule fotorecettoriali specifiche, ossia quelle dei coni e dei bastoncelli.

Una questione molto interessante è rappresentata dal fatto che le CGRFI proiettano prevalentemente al nucleo soprachiasmatico, il segna-passi centrale dei ritmi circadiani, e forniscono una misura della luminosità ambientale all’alba e al crepuscolo, consentendo ai cicli periodici biologici di allinearsi con quelli ambientali.

La scoperta di questa precoce attivazione della via visiva che non prende parte alla formazione delle immagini, ci pone affascinanti interrogativi sul suo significato funzionale.

Una prima ipotesi potrebbe riguardare il collegamento fra filogenesi ed ontogenesi: in entrambi i tipi di evoluzione le funzioni collegate alle risposte non visive del sistema nervoso alla luce precedono quelle visive. Sarebbe interessante a questo proposito accertarsi se le CGRFI sono importanti nello sviluppo funzionale dell’orologio neurobiologico nel neonato, ossia se hanno un ruolo nel registrare la funzione dei circuiti segna-passi geneticamente predisposta.

Un’altra ipotesi, anche questa come la prima avanzata dal nostro presidente Giuseppe Perrella durante il journal club di questa settimana, riguarda il ruolo che avrebbero le componenti aspecifiche delle vie afferenti: l’attività precoce delle CGRFI potrebbe rientrare in quelle attività che determinano il quadro funzionale entro cui i segnali sensoriali (in questo caso visivi) possono essere efficacemente elaborati ed interpretati.

Ancora, Giuseppe Perrella faceva notare che la componente della via visiva che forma immagini va incontro ad una maturazione dipendente dall’attività e, perciò, sarebbe interessante accertare se le CGRFI abbiano un ruolo nel guidare, promuovere o anche solo influenzare questo processo maturativo.

 

BM&L-Settembre 2005

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