L’ABUSO DI CANNABIS IN GRAVIDANZA ALTERA IL CERVELLO FETALE  

 

 

Le varie preparazioni dei derivati della Cannabis sativa, come l’hashish e la marijuana, hanno una grande diffusione sia nell’uso sporadico che compulsivo, spesso nella forma dei prodotti da fumo. La scarsità di effetti tossici rilevabili alla prima assunzione ed una attiva azione di sostegno, attraverso associazioni in favore della liberalizzazione del suo uso e dell’uso terapeutico, hanno contribuito ad aumentarne pericolosamente l’impiego in tutto il mondo.

Sempre più frequenti i casi di abuso in gravidanza con conseguenze per il prodotto del concepimento: i principi attivi della Cannabis possono interferire con i processi di maturazione cerebrale del feto determinando, dopo la nascita, lo sviluppo di gravi difetti cognitivi. Una ricerca condotta da Bernard e colleghi (Altering cannabinoid signaling during development disrupts neuronal activity. Proceedings of The National Academy of Science USA 102, 9388-9393, 2005) ha studiato alcuni meccanismi molecolari del danno.

Le molecole attive della Cannabis, come il Δ9THC, si legano ai recettori CB per i composti naturali o endocannabinoidi quali l’anandamide e il 2-AG.

Durante lo sviluppo dell’encefalo il GABA (acido gamma-aminobutirrico) svolge un ruolo rilevante nel determinare l’attività delle reti neuroniche in corso di modellamento. E’ opportuno ricordare che il GABA, ossia il più importante trasmettitore inibitorio del cervello, durante i primi stadi dello sviluppo agisce da eccitatore.

Il gruppo di Bernard, riscontrando nel ratto neonato la liberazione di endocannabinoidi da parte di interneuroni e cellule piramidali nella regione CA1 dell’ippocampo, ne ha evidenziato la funzione di modulazione nel corso dello sviluppo. Gli endocannabinoidi, infatti, si legano al recettore CB1 sulla membrana pre-sinaptica degli interneuroni riducendo la probabilità che il GABA, stimolatore durante lo sviluppo, venga rilasciato.

Negli esperimenti in vitro l’attività neurale condotta da neuroni GABA-ergici risultava rafforzata dagli antagonisti del recettore CB1 e bloccata sia dagli agonisti che da molecole come l’AM404 in grado di determinare l’accumulo di endocannabinoidi.

Questi risultati indicano che la via di segnalazione degli endocannabinoidi ha effetti rilevanti sulla trasmissione GABA-ergica, come era stato numerose volte dimostrato in precedenza; d’altra parte il meccanismo di legame degli endocannabinoidi al recettore presinaptico con conseguente riduzione del rilascio del trasmettitore è noto da tempo. Ciò che costituisce l’elemento di rilievo è la conferma che il meccanismo di inibizione-moderazione degli endocannabinoidi è già attivo in una condizione in cui le strutture neuroniche sono immature e incompletamente mielinizzate, le sinapsi in numero di gran lunga inferiore a quello dell’età adulta e il GABA agisce da eccitatore. Pertanto, si può ipotizzare che i cannabinoidi che raggiungono il cervello fetale dal sangue materno sono in grado di alterare gli equilibri funzionali di sviluppo bloccando il rilascio del GABA.

Durante lo sviluppo cerebrale, il programma genetico che porta alla differenziazione delle complesse reti di miliardi di neuroni che interagiscono secondo piani specifici e definiti, si basa su un delicato equilibrio fra trasmissione sinaptica eccitatoria ed inibitoria. Gli autori hanno voluto testare in vivo gli effetti dell’alterazione di questo equilibrio ad opera di agonisti ed antagonisti del recettore CB1 per vedere se gli effetti previsti dagli esperimenti in vivo avessero confermato la validità del meccanismo d’azione ipotizzato a seguito degli esperimenti in vitro.

Esattamente a cinque giorni dalla nascita, il cervello dei piccoli di ratto presenta delle caratteristiche fisiologiche ed un grado di sviluppo corrispondente a quello dell’encefalo umano durante gli ultimi tre mesi di gravidanza, periodo in cui il modellamento delle reti neurali determinerebbe la massima vulnerabilità alla noxa rappresentata dai cannabinoidi esogeni. Notiamo, di passaggio, che questa equiparazione non è nuova, ma può già considerarsi uno standard nelle ricerche di neurobiologia della sviluppo.

Bernard e i suoi colleghi hanno somministrato ai ratti di cinque giorni agonisti ed antagonisti del recettore CB1 ed il composto AM404 che causa accumulo.

Gli agonisti e l’AM404 riducevano sensibilmente l’attività fisiologica nelle reti di neuroni indispensabile per lo sviluppo, mentre gli antagonisti provocavano scariche di tipo epilettico.

Questi risultati ed il complesso dei dati emersi in tutto il lavoro di ricerca, consentono di concludere che il sistema di segnalazione degli endocannabinoidi prende parte al controllo omeostatico della trasmissione sinaptica ed alla formazione del piano fisiologico delle reti neuroniche, pertanto un’alterazione di questo sistema può compromettere le sequenze di eventi geneticamente predisposti per lo sviluppo normale.

 

 

Diane Richmond & Ludovica R. Poggi

BM&L-Settembre 2005

www.brainmindlife.org