GLI AUGURI DI BM&L A RITA LEVI-MONTALCINI PER I 101 ANNI

 

 

Si è conclusa lo scorso giovedì la settimana interamente dedicata dalla Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia ad una celebrazione non rituale del centunesimo compleanno di Rita Levi-Montalcini (15-22 aprile 2010), nel corso della quale, oltre ad aversi meetings e journal clubs sull’NGF e gli altri fattori di crescita, sulla sclerosi multipla e su vari altri argomenti di biologia e patologia cellulare e molecolare, si sono sviluppate riflessioni sul ruolo dello scienziato nel Terzo Millennio.

Nella sezione dei lavori dedicata agli aggiornamenti sul fattore di crescita della cellula nervosa (NGF), ha particolarmente attratto l’attenzione dei soci la discussione su un articolo firmato da un team guidato dallo storico collaboratore della Montalcini Pietro Calissano, e proveniente dall’Istituto Europeo di Ricerca sul Cervello, dall’Istituto di Neurobiologia e Medicina Molecolare e dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Roma Tor Vergata. Lo scritto, rilasciato lo scorso 16 aprile e in attesa di pubblicazione su Cell Death and Differentiation, affronta la questione dell’azione inibitoria, recentemente scoperta, dell’NGF sull’elaborazione amiloidogenica dell’APP nell’Alzheimer (Calissano P., et al. Does the term “trophic” actually mean anti-amyloidogenic? The case of NGF. Cell Death and Differentiation Apr. 16 [Epub ahead of print], 2010).

Ricordiamo che l’NGF, membro prototipico della famiglia di proteine di basso peso molecolare dette neurotrofine (NT), fu identificato da Rita Levi-Montalcini[1] sulla base della sua proprietà di stimolare in maniera impressionante la crescita dei processi cellulari dei neuroni gangliari, ed è un dimero costituito da due catene polipeptidiche identiche, ciascuna di 13.250 Da, con tratti di sequenza in comune con l’insulina. Il gene è membro della famiglia NGF-beta con localizzazione 1p13.1.

Il termine trofico è attualmente impiegato con riferimento ad un’azione favorente la sopravvivenza esercitata su cellule bersaglio da diverse classi di messaggeri extracellulari, incluse le neurotrofine. L’azione delle NT che accresce la sopravvivenza è la conseguenza di un’attivazione coordinata di molte vie metaboliche, alcune delle quali sono state individuate solo di recente. Come è noto, l’NGF esercita numerosi effetti, sperimentalmente distinguibili, sui neuroni:

1) azione positiva sulla sopravvivenza;

2) attività favorente la differenziazione;

3) promozione della crescita di fibre nervose;

4) tropismo, ossia azione di guida delle fibre nervose verso la fonte della sua produzione.

Calissano e colleghi hanno proposto una definizione più completa dell’azione trofica dell’NGF che include la proprietà di inibire la produzione di peptidi β-amiloidi tossici (βA) dal precursore APP, processo importante nella patogenesi dell’Alzheimer e ritenuto da alcune scuole, come quella di Dennis Selkoe ad Harvard, il primum movens della cascata di eventi molecolari responsabili della neurodegenerazione in molte forme della malattia.

Gli autori analizzano i probabili meccanismi dell’azione inibitoria dell’NGF, che sembra essere mediata da una complessa serie di eventi che includono le interazioni con i recettori TrkA e p75, con i processi di scissione di APP per la formazione di βA e con il metabolismo e le funzioni della proteina tau.

Dopo le presentazioni delle rassegne sui principali argomenti previsti dal programma, nell’ultimo giorno di celebrazione dell’opera di Rita Levi-Montalcini, in occasione del suo centounesimo compleanno, si è sviluppato un interessante dibattito sul ruolo culturale dello scienziato nelle società del Terzo Millennio.

 

Isabella Floriani

BM&L-Aprile 2009

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RESOCONTO DI UN INCONTRO]

 



[1] Levi-Montalcini R. & Angeletti P. U. Nerve growth factor. Physiol. Rev. 48, 534-569,1968.