AUTISMO: LA RISPOSTA IMMUNE DELLA GLIA FRA LE CAUSE

 

 

L’autismo infantile è attualmente classificato fra le sindromi da alterato sviluppo del Sistema Nervoso Centrale (SNC). Come per altre sindromi di origine ignota, è probabile che il quadro clinico corrisponda in realtà ad entità patologiche diverse che si esprimono con caratteristiche comuni.

In questa prospettiva non sorprendono i risultati di una ricerca condotta da Vargas e collaboratori, centrata su un’alterazione immunitaria quale evento-chiave nella patogenesi dell’autismo (Neuroglial activation and neuroinflammation in the brain of patients with autism.  Annals Neurol. Preview  15 nov. 2004, 10.1002/ana.20315).

Le ricerche precedenti sui meccanismi autoimmuni nella patogenesi della sindrome, si erano occupate dei processi esterni al sistema nervoso. In questa ricerca sono state studiate le modificazioni patologiche del tessuto cerebrale, confrontando 11 pazienti affetti da autismo con 7 soggetti di controllo.

A differenza del tessuto dei soggetti non affetti, quello degli autistici presentava estese risposte neurogliali nella corteccia frontale, nel giro del cingolo e nel cervelletto. Queste risposte erano caratterizzate dall’attivazione dell’astroglia e della microglia, che sono gli unici due tipi cellulari immunocompetenti nel SNC e sono importanti sia nella risposta innata che in quella adattativa. Poiché non vi era infiltrazione linfocitaria, né depositi di Ig o complemento, si è attribuita l’attivazione immunitaria alla reazione immune innata del SNC, associata all’infiammazione.

Coerentemente con queste alterazioni, si era osservato l’aumento di espressione di citochine infiammatorie. L’astroglia e, in minor grado, la microglia sono le principali fonti di citochine cerebrali.

Gli autori di questa ricerca hanno ipotizzato che in vivo si possa determinare un simile quadro perdurante nel tempo. In tal caso bambini ed adulti affetti da autismo avrebbero potuto presentare nel loro Liquor (liquido cefalo-rachidiano o fluido cerebrospinale o CSF) un innalzamento del tasso di alcune specifiche citochine.

L’ipotesi si è rivelata esatta: un significativo innalzamento del livello di MCP1, di interleuchina-6 e di γ-interferone era presente nel CSF degli affetti e non nei controlli sani.

E’ comprensibile che gli autori auspichino lo sviluppo di un test diagnostico basato sul tasso di queste citochine nel CFS, anche se saranno necessarie ulteriori ricerche per confermare e definire meglio questi dati.

Per lo studio dei meccanismi molecolari, ovvero in patologia biochimica, un altro aspetto appare di estremo rilievo. Le citochine, prodotte dall’astroglia e dalla microglia, agiscono come diretti effettori del danno, costituendo parte del problema etiopatogenetico, oppure entrano in gioco con significato protettivo, tipico delle risposte immuno-infiammatorie, in una fase successiva allo sviluppo della lesione?

 

BM&L-Gennaio 2005