PENSIERI E AUGURI PER IL NUOVO ANNO DAL PRESIDENTE

 

 

Si conclude un anno intenso ed importante per le neuroscienze e per la nostra Società Scientifica, un anno ricco di avvenimenti che hanno visto spesso i nostri soci protagonisti, interpreti o spettatori di prima fila. Non voglio annoiarvi con l’elenco degli eventi e il bilancio delle attività, che mi sembra più opportuno riservare all’incontro di fine anno con i soci, ma non posso esimermi dal ricordare il momento più bello, di gioia ed orgoglio, degli ultimi dodici mesi: il conseguimento del prestigioso “Paul Wilson Brand Award” da parte di Linda Faye Lehman, presidente di “BRAIN MIND & LIFE INTERNATIONAL” e socia fondatrice della “Società Nazionale di Neuroscienze BRAIN MIND & LIFE - ITALIA”.

E’ difficile rappresentare a chi non partecipa alle attività di BM&L, la varietà, l’intensità e la ricchezza culturale ed umana che caratterizzano la vita di questa piccola comunità in costante interscambio di esperienze e conoscenze con il mondo intero. Il contatto diretto con il sapere, i problemi e le emozioni veicolate dalle persone che cooperano con noi, anche dagli angoli più remoti del pianeta, fa della nostra quotidianità un osservatorio privilegiato di molte vicende umane, così che la fine convenzionale e rituale dell’anno solare ci induce a riflettere e meditare la realtà in una prospettiva che si può accostare a quella magistralmente espressa da questi versi di Eugenio Montale:

 

 

Fine del ’68

 

Ho contemplato dalla luna, o quasi,

il modesto pianeta che contiene

filosofia, teologia, politica,

pornografia, letteratura, scienze

palesi o arcane. Dentro c’è anche l’uomo,

ed io tra questi. E tutto è molto strano.

 

Tra poche ore sarà notte e l’anno

finirà tra esplosioni di spumanti

e di petardi. Forse di bombe o peggio,

ma non qui dove sto. Se uno muore

non importa a nessuno purché sia

sconosciuto e lontano.

 

 

Oggi a noi importa. A molti di noi nessuno appare più “sconosciuto e lontano”, e quando un nostro socio, a causa di una guerra dimenticata, non può raggiungere un aeroporto della Repubblica Democratica del Congo per venire in Europa, pensiamo alle migliaia di bambini-soldato che lì stanno morendo; quando parliamo con una collega africana delle mutilazioni genitali femminili, ci sentiamo in dovere di fare di più nella cooperazione con le ONG, almeno per evitare le morti che derivano da questa pratica tribale. Non sono sconosciuti e lontani gli Iracheni che muoiono ogni giorno e ci appartiene il dolore che leggiamo nelle lacrime di una loro connazionale che condivide l’amore per la nostra scienza. Così come non erano sconosciute e lontane le vittime dello Tsunami, che ci hanno tolto per sempre il sorriso di un’amica filippina costretta a tornare dai parenti superstiti. Non sono sconosciute le vittime del terrorismo e della complessa tragedia mediorientale, attualizzata costantemente dalla vicenda della collega israeliana che avevamo invitato due anni fa a Firenze e della quale da due anni non si hanno più notizie.

Possiamo almeno dire di non essere stati indifferenti alle vicende di dolore e morte, nella consapevolezza che se le straordinarie scoperte neuroscientifiche dovessero servire soltanto a migliorare o prolungare la vita di pochi fortunati o, peggio ancora, a rendere semplicemente più eccitante e stimolante la nostra quotidianità, non saremmo degni dell’appellativo di esseri umani, né delle conoscenze scientifiche di cui ci facciamo latori. A questo proposito mi piace ricordare che, proprio nel corso di quest’anno, sono stati pubblicati i risultati di numerosi lavori di genetica che confermano la nozione biologica classica secondo cui non esistono razze in ambito umano: la razza o, meglio, la famiglia umana, è una sola.

Un’ultima riflessione voglio riservare alla scelta unanime dei membri della nostra società di conservare l’indipendenza, non accettando sponsorizzazioni strumentali o legami istituzionali servili. E’ una scelta dura, che quest’anno ha comportato molti sacrifici economici e personali, ma che ci ripaga in termini di indipendenza, restituendoci ogni giorno l’entusiasmo dell’inizio e la forza di chi cerca di realizzare i valori in cui crede. Per la posizione che abbiamo assunto, le riforme o controriforme, attuate o solo annunciate, dell’Università e degli enti di ricerca, non possono in alcun modo giovarci. E questo mi riporta alla mente ancora dei versi di Eugenio Montale, tratti, questa volta, da “Sono venuto al mondo…”:

 

 

“Le infinite chiusure e aperture

possono avere un senso per chi è dalla parte

che sola conta, del burattinaio.

Ma quello non domanda la collaborazione

di chi ignora i suoi fini e la sua arte.”

 

 

Noi continueremo ad essere dalla parte del puro desiderio di conoscere e sapere. Non saremo mai dalla parte del burattinaio. Per questo il burattinaio, così come noi ignoriamo i suoi fini e la sua arte, continuerà ad ignorare noi, inducendoci ad interrogarci e a risponderci ancora con le parole di Eugenio Montale:

 

 

“E chi è da quella parte? Se c’è, credo che si annoi più di noi…”

 

 

Il Presidente di BM&L-Italia

BM&L-Dicembre 2005

www.brainmindlife.org