IL CERVELLO ANZIANO COMPENSA I SUOI LIMITI

 

 

Lo studio funzionale dell’encefalo mediante metodiche di brain imaging ha mostrato una più complessa ed estesa attivazione del cervello di soggetti anziani, rispetto a volontari più giovani, nell’esecuzione di compiti motori. Su questa base Heuninckx, Wenderoth e Swinnen hanno indagato le peculiarità topografiche dell’assetto fisiologico senile, allo scopo di comprenderne il significato (Heuninckx S., Wenderoth N. & Swinnen S. P. System neuroplasticity in the aging brain: recruiting additional  neural resources for successful motor performance in elderly  persons. J. Neurosci. 28, 91-99, 2008).

L’attivazione maggiore e di aree diverse da quelle del cervello giovane e dell’età media della vita si presta a due orientamenti interpretativi, il primo volto leggere il quadro in termini di perdita della differenziazione funzionale, il secondo tendente a considerarlo espressione di un compenso.

La “de-differenziazione” sarebbe conseguenza della difficoltà, dovuta ai processi di invecchiamento, di reclutare i meccanismi neurali specializzati e consolidati nel corso della vita e, pertanto, un quadro di iperattività conseguente a tale decadimento esprimerebbe un deficit e non un supporto all’esecuzione di un compito. Al contrario, se le immagini del cervello senile rappresentano un compenso, la maggiore attività registrata con le metodiche di brain imaging dovrebbe esprime uno sforzo fisiologico a sostegno della prestazione.

Per dirimere questo dubbio Heuninckx e i suoi collaboratori del Motor Control Laboratory (K. U. Leuven, Belgio) hanno studiato in anziani volontari il rapporto fra la prestazione ad una prova complessa di coordinazione degli arti e i quadri morfo-funzionali dell’encefalo.

I risultati hanno evidenziato che la prova, negli anziani, oltre ad attivare le regioni di coordinazione motoria sempre intensamente funzionanti in questi casi, comportava l’intervento di aree senso-motorie di più alto livello e, accanto a queste, di territori dei lobi frontali ordinariamente attivi nell’elaborazione cognitiva. Il livello di attivazione di queste regioni suppletive presentava uno stretto grado di correlazione con la prestazione motoria.

Tali risultati supportano l’ipotesi del significato compensativo delle peculiarità funzionali del cervello senile e caratterizzano in termini di sistemi neuronici la neuroplasticità nell’invecchiamento.  

 

Roberto Colonna

BM&L-Febbraio 2008

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