GRAVI DANNI DA ANTIDEPRESSIVI IN GRAVIDANZA

 

 

I medici negli USA e in molti altri paesi d’America, Europa, Asia, Africa e Oceania, prescrivono antidepressivi in gravidanza alle donne affette da varie forme di depressione o candidate, per anamnesi, allo sviluppo di una depressione post-partum. La potenziale lesività per il prodotto del concepimento degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), ossia dei farmaci antidepressivi in questione, ha reso prudenti molti medici italiani, ma a loro si è spesso obiettato, anche nelle sedi ufficiali del dibattito scientifico, che non vi sono prove al riguardo. E’ vero, infatti, che gli effetti sul feto e sulla prole degli SSRI assunti in corso di gestazione non sono stati sufficientemente indagati; per questo motivo Noorlander e colleghi del Rudolf Magnus Institute of Neuroscience, presso il Dipartimento di Neuroscienze e Farmacologia dell’Università di Utrecht (Olanda), hanno intrapreso uno studio nel corso del quale hanno valutato nel topo gli esiti di dosi equivalenti a quelle della prescrizione clinica che ricevono le donne gravide (Noorlander C. W., et al. Modulation of serotonin transporter function during fetal development causes dilated heart cardiomyopathy and lifelong behavioral abnormalities PLoS One 3 (7), e2787, 2008).

E’ stata studiata la fluoxetina, l’antidepressivo SSRI più prescritto in gravidanza, ed è stata comparata con la fluvoxamina.

I possibili effetti indesiderati sullo sviluppo del sistema nervoso e su altri organi e sistemi sono funzione della dose, dell’efficienza del trasporto placentare e dell’epoca di somministrazione, pertanto le conseguenze dell’azione farmacologica sui modelli murini sono state valutate in termini fisiologici e comportamentali con riferimento a questi tre parametri.

Il trasferimento placentare murino di fluoxetina e fluvoxamina è risultato simile a quello umano, confermando che la condizione sperimentale sarebbe stata fisiologicamente prossima a quella dell’esposizione del nascituro all’assunzione di tali farmaci da parte della madre.

La fluoxetina, che presenta un trasferimento placentare relativamente alto, in dosi equivalenti a quelle impiegate in psicofarmacoterapia determinava un drammatico aumento della mortalità della prole. La maggioranza dei topi neonati esposti alla fluoxetina moriva subito dopo la nascita di grave insufficienza cardiaca dovuta a cardiomiopatia dilatativa.

L’analisi molecolare dei piccoli esposti all’inibitore della ricaptazione ha rivelato alterazioni di lungo termine della proteina trasportatrice della serotonina (5-HTT) nei neuroni del nucleo del rafe. Lo studio comportamentale dei roditori esposti alla fluoxetina prima della nascita ha anche evidenziato comportamenti ritenuti equivalenti delle manifestazioni di depressione ed ansia nell’uomo. E’ importante notare che la riduzione della dose di fluoxetina riduceva proporzionalmente la mortalità e il danno nella prole. La fluvoxamina non ha fatto registrare effetti dannosi così rilevanti.

Il valore di questo studio si può meglio apprezzare nel confronto con lavori precedenti (si vedano: Bairy K. L., et al. Developmental and behavioral consequences of prenatal fluoxetine. Pharmacology 79, 1-11, 2007; van der Veere C. N., Bos A. F. Use of SSRIs during pregnancy and possibile consequences for the development of the child. Ned Tijdschr Geneeskd 151, 2873-2874, 2007 (articolo in lingua olandese); Morrison J. L., Riggs K. W., Rurak D. W. Fluoxetine during pregnancy: impact on fetal development. Reprod. Fertil. Dev. 17, 641-650, 2005).

In conclusione, i risultati dei ricercatori olandesi indicano che l’esposizione prenatale alla fluoxetina danneggia lo sviluppo fetale determinando un danno irreversibile come la cardiomiopatia dilatativa ed alterazioni molecolari di lungo termine nei neuroni di strutture dell’encefalo, con il conseguente determinarsi di una vulnerabilità per i disturbi d’ansia e della sfera affettivo-emozionale.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per la correzione della bozza.

 

Nicole Cardon

BM&L-Settembre 2008

www.brainmindlife.org

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]