ANSIA E VEGLIA: L’NPS COME NUOVO MODULATORE 

 

 

Il neuropeptide S (NPS), scoperto come ligando di un GPCR (G-protein-coupled receptor), è una molecola poco nota dal ruolo fisiologico praticamente sconosciuto fino alla recentissima pubblicazione sulla rivista Neuron da parte di Y. L. Xu e dei suoi collaboratori (Neuropeptide S: a neuropeptide promoting arousal and anxiolitic-like effects. Neuron 43, 487-497, 2004) dei risultati di una ricerca che caratterizza questo peptide come nuovo modulatore di processi alla base della genesi dell’ansia e della regolazione dei cicli sonno-veglia.

La ricerca condotta dal gruppo di Xu è molto estesa e va dalla biologia molecolare al profilo farmacologico del recettore.

Dato di fondamentale importanza è che L’NPS si lega al suo recettore con elevata potenza e specificità.

Per conoscere la distribuzione dell’NPS è stata studiata l’espressione dell’RNA-messaggero, sia del precursore proteico del neuropeptide che della proteina recettoriale NPSR. Oltre che nel cervello, il messaggero risultava espresso in molti organi, fra cui la tiroide, le ghiandole salivari e la ghiandola mammaria.

Nel cervello l’espressione dell’mRNA del recettore è molto estesa, con elevate concentrazioni nell’Amigdala e nei Nuclei Talamici della Linea Mediana –parte del Sistema Reticolare Attivatore (SRA).

Un dato ci appare particolarmente interessante: l’espressione dell’mRNA del precursore dell’NPS è altamente concentrata in un’area posta fra il Locus Coeruleus e il Nucleo di Barrington. Questo rilievo ha indotto i ricercatori a realizzare uno studio di co-localizzazione per sapere a quale delle due popolazioni neuronali di quell’area appartenessero le cellule esprimenti il peptide S. I due marcatori delle popolazioni locali sono la tiroxina-idrossilasi ed il corticotropin releasing hormone (CRH).

Ebbene, i neuroni esprimenti l’NPS non appartenevano ad alcuna delle due, connotandosi come gruppo a sé stante.

Se questo risultato sarà confermato gli autori potranno attribuirsi la scoperta di un nuovo gruppo neuronale.

Nella sperimentazione animale si impiegano delle prove che sono state standardizzate come rivelatori di comportamenti legati all’assenza o alla presenza di uno stato funzionale del sistema nervoso, corrispondente all’esperienza umana dell’ansia. La base neurofunzionale comune sarebbe rappresentata dall’attivazione di circuiti appartenenti ad aree del lobo limbico (Amigdala, Ippocampo) e del Tronco Encefalico (Locus Coeruleus) che mediano le reazioni umane di ansia e paura. Una di queste prove valuta il comportamento nella libera esplorazione di un nuovo ambiente: i topi trattati con NPS presentavano un maggior numero di entrate nella zona centrale di un campo aperto, comportamento che indica l’assenza di ansia inibitoria. Xu e colleghi, ottenendo risultati simili anche in altri due tipi di prove standardizzate, hanno desunto una funzione ansiolitica dell’NPS.

Fra gli altri risultati ottenuti mediante iniezione intraventricolare di NPS: 1) attivazione corticale, 2) accresciuta attività locomotoria senza sintomi di ansia, 3) riduzione del fabbisogno di sonno, 4) riduzione del sonno ad onde lente (stadio 1 e stadio 2), 5) riduzione del sonno REM.

In conclusione, questo lavoro fornisce elementi sufficienti per ipotizzare un ruolo del neuropeptide S nel sistema che modula i ritmi veglia-sonno e nei processi correlati all’inibizione dell’ansia.

 

BM&L-Novembre 2004