ALZHEIMER E COLESTEROLO: UN LEGAME PROBLEMATICO

 

 

Fra le teorie patogenetiche della malattia di Alzheimer, quella che riconosceva importanza ad un’alterazione genetica del sistema di trasporto del colesterolo è stata a lungo sostenuta da scuole autorevoli come quella di Allen Roses. Questa pista, nella ricerca etiopatogenetica, veniva seguita soprattutto in ragione della frequente associazione della malattia con alti livelli di colesterolo. Attualmente gli studi epidemiologici indicano che farmaci come le statine, in grado di abbassare i tassi di colesterolo, riducono il rischio di sviluppare la malattia.

Tuttavia, la ricerca di base ha dimostrato che la riduzione dei livelli di colesterolo cerebrale nei roditori sembra promuovere la neurodegenerazione.

Uno studio recente ha affrontato questa apparente contraddizione gettando nuova luce sui processi che determinano la formazione del peptide beta-amiloide dal suo precursore, dimostrando che la sua formazione non avviene nei “micro dominii” di membrana rcchi di colesterolo (Abad-Rodriguez et al. Neuronal membrane cholesterol loss enhances amyloid peptide generation. J. Cell Biol. 167, 953-960, 2004).

Abad-Rodriguez e i suoi collaboratori dimostrano l’importanza del colesterolo nelle membrane dei neuroni come argine allo sviluppo dei processi neurodegenerativi e propongono una spiegazione all’apparente incongruenza fra i dati della sperimentazione e gli effetti clinici delle statine.

Le statine attraversano scarsamente la barriera emato-encefalica, pertanto non inciderebbero sul colesterolo delle membrane dei neuroni. Viceversa, sarebbero le loro proprietà anti-ossidanti ed anti-infiammatorie a giocare un ruolo nell’ostacolare i meccanismi alla base della patogenesi del danno nella malattia di Alzheimer.

 

BM&L-Febbraio 2005