Identificata una base cellulare della sazietà

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XIII – 09 maggio 2015.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

In termini molecolari, i recettori MC4R (melanocortin 4 receptors) hanno un’importanza critica per la sazietà omeostatica. Alastair S. Garfield e colleghi hanno riconosciuto i neuroni paraventricolari dell’ippocampo esprimenti questi recettori come il bersaglio funzionale dei neuroni oressigeni del nucleo arcuato dell’ipotalamo, esprimenti il peptide AgRP (agouti-related peptide). I ricercatori hanno poi identificato un circuito costituito da neuroni del nucleo paraventricolare dell’ipotalamo (PVH) esprimenti recettori MC4 che proiettano al nucleo parabrachiale laterale dell’ipotalamo. L’attivazione di questo circuito codifica una valenza positiva, ma solo in topi con bilancio calorico negativo (Garfield S. A., et al., A neural basis for melanocortin-4 receptor-regulated appetite. Nature Neuroscience – Epub ahead of print doi:10.1038/nn.4011, 2015).

La provenienza degli autori dello studio è la seguente: Division of Endocrinology, Diabetes and Metabolism, Department of Medicine, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts (USA); Program in Neuroscience, Harvard Medical School, Boston, Massachusetts (USA); Department of Neurology, Massachusetts General Hospital, Harvard Medical School, Charlestown, Massachusetts (USA); Center for Integrative Physiology, University of Edinburg (Regno Unito); National Institute on Drug Abuse, National Institutes of Health (NIH), Baltimore, Maryland (USA); Diabetes, Endocrinology and Obesity Branch, National Institutes of Health (NIH), Bethesda, Maryland (USA).

Rinviando alle recensioni di argomento connesso per un’introduzione sulla regolazione centrale dell’equilibrio energetico e della funzione alimentare, ricordiamo qualche nozione utile per entrare nell’argomento di un lavoro che sembra aver identificato una precisa base neuronica di una regolazione molecolare dell’appetito.

La leptina prodotta dagli adipociti e l’insulina prodotta dalle cellule beta-pancreatiche contribuiscono all’equilibrio energetico a lungo termine dell’organismo, mentre la grelina e la colecistochinina, implicate nell’avviare e nel terminare un pasto, costituiscono segnali a breve termine. Segnali a breve e lungo termine interagiscono per controllare la funzione alimentare istintiva tipica dell’animale. Il controllo ipotalamico della fame è noto da decenni, attraverso esperimenti che mostravano come lesioni bilaterali del nucleo paraventricolare accrescessero l’assunzione di cibo e il peso corporeo degli animali, e lesioni del nucleo laterale e del nucleo perifornicale dell’ipotalamo causassero anoressia e dimagrimento. La ricerca degli anni seguenti ha cercato di definire i meccanismi molecolari di questo controllo ipotalamico. La leptina e l’insulina circolanti si legano ai recettori su due popolazioni di neuroni del nucleo arcuato dell’ipotalamo mediale (ARC). Queste due popolazioni reagiscono in modo opposto a leptina e insulina ed influenzano in maniera opposta il bilancio energetico.

Una popolazione secerne due molecole di segnalazione anabolica, ossia promuovente l’immagazzinamento di energia: il neuropeptide Y e l’agouti-related peptide (AgRP). La seconda popolazione secerne due molecole di segnalazione catabolica, ossia promuovente l’impiego dell’energia accumulata: α-MSH e CART. L’antagonismo fra segnali anabolici e catabolici del nucleo arcuato (ARC) è illustrato dall’azione del peptide AgRP. Questa molecola è un antagonista endogeno dei recettori della melanocortina MC3 ed MC4. L’agonista endogeno di questo recettore è l’α-MSH rilasciato dai neuroni ipotalamici ARC quando l’organismo è in stato catabolico per digiuno protratto. L’AgRP blocca la capacità dell’ormone di ridurre la quantità di cibo assunta dall’animale, di aumentare il dispendio energetico e ridurre l’accumulo di grasso. Iniezioni del neuropeptide Y nell’ipotalamo innescano l’assunzione di cibo, promuovono la sintesi lipidica e riducono il consumo di energia. In tal modo, il rilascio di entrambi i peptidi produce un feedback anabolico e un feed-forward che promuove l’aumento di peso, sopprimendo i segnali della via catabolica antagonista.

I neuroni ipotalamici ARC esprimenti POMC (pro-oppiomelanocortina) e AgRP sono regolati all’opposto dalla deplezione calorica e, rispettivamente, stimolano ed inibiscono la sazietà omeostatica. Questa doppia modalità è principalmente resa evidente dalle azioni antagonistiche di questi ligandi sui recettori MC4 nel nucleo paraventricolare dell’ipotalamo (PVH). Sebbene questa popolazione sia critica per il bilancio energetico, non si è ancora definito il circuito che questi neuroni vanno a costituire per realizzare la loro funzione.

Alastair S. Garfield e colleghi, impiegando topi esprimenti Cre recombinase nei neuroni MC4R, ossia caratterizzati funzionalmente dai recettori MC4, hanno dimostrato il controllo bidirezionale dell’alimentazione seguente l’attivazione e l’inibizione in tempo reale dei neuroni MC4R del nucleo paraventricolare (PVHMC4R), ed hanno poi identificato queste cellule quali elementi funzionali della fame guidata dai neuroni oressigeni ARC rilascianti AgRP (ARCAgRP).

Ulteriori esperimenti hanno rivelato che questa funzione è mediata da una via diretta dai neuroni MC4R del nucleo PVH al nucleo laterale parabranchiale (PVHMC4R - LPBN).

La sperimentazione ha dimostrato che l’attivazione di questo circuito codifica una valenza positiva, ma soltanto in topi in esaurimento energetico.

In conclusione, la natura di induttori di sazietà e appetito dei neuroni della via PVHMC4R – LPBN, indica un preciso target fisiologico per lo studio dell’obesità e la sperimentazione di nuove possibilità di trattamento.

 

L’autore della nota invita alla lettura delle numerose recensioni di argomento connesso che appaiono nella sezione “NOTE E NOTIZIE” del sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Roberto Colonna

BM&L-09 maggio 2015

www.brainmindlife.org