Notule
(A cura
di LORENZO L. BORGIA)
NOTE
E NOTIZIE - Anno XII – 01 novembre 2014.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: RECENSIONE]
Perché non si ricorda quasi nulla dei primi anni di vita? Sembra che il motivo principale consista nelle diverse priorità funzionali del cervello. Nei primi anni di vita, infatti, l’apprendimento attuale e fluido, che sembra avere importanza per la formazione di paradigmi di comprensione, ha la precedenza sui processi di consolidamento delle memorie episodiche, che hanno perciò difficoltà a divenire stabili e facilmente rievocabili.
L’esposizione al piombo in gravidanza può danneggiare il cervello del bambino. Secondo quanto emerso da studi recenti, supplementi di calcio, zinco e ferro nella dieta della gestante potrebbero ridurre i livelli ematici di piombo, neutralizzandone gli effetti negativi sul cervello del feto.
La “pelle elettronica” può leggere il
cervello. Introdotta nel 2011, questa pellicola sottilissima ed
assolutamente trasparente può contenere microcircuiti ultrapiatti, sensori ed altri
componenti elettronici. Fatta aderire alla fronte, può consentire la lettura
dell’attività elettrica cerebrale e fornire dati elettroencefalografici senza
il disturbo degli elettrodi e la restrizione dei movimenti. Qualità che potrebbero
essere sfruttate nelle unità di cura intensiva neonatale.
Una buona notizia per i maschi. Alcuni genetisti nel 2002 avevano ipotizzato l’esistenza di un processo di progressiva riduzione del cromosoma maschile Y, che avrebbe portato, nel giro di 10 milioni di anni, alla sua scomparsa. Questo avrebbe determinato l’estinzione dei maschi – un sogno dei movimenti femministi estremisti di ispirazione saffica di alcuni decenni fa. Secondo tali genetisti, i cromosomi X ed Y condividevano circa 600 geni in un periodo fra i 200 e i 300 milioni di anni fa, mentre oggi i geni in comune sono solo 19: tale riduzione ritenevano fosse il segno del progressivo declino del cromosoma Y. Nuovi studi hanno accertato che l’apparente riduzione riguarda il passato: il cromosoma Y sembra essere stabile da 25 milioni di anni!
Fra sindrome di Down (Trisomia 21) e
malattia di Alzheimer esiste uno specifico legame. Già nel 1991 il
neurobiologo Huntington Potter notò che, all’età di 40 anni, quasi il 100%
degli affetti da sindrome di Down aveva nel cervello alti tassi di peptide β-amiloide,
un contrassegno della malattia di Alzheimer. La ricerca ha poi documentato che,
nello sviluppo della demenza degenerativa, avvengono numerosi errori molecolari
che generano cellule con trisomia 21. Si è ora scoperto che l’inibizione di uno
specifico enzima lega trisomia e formazione di β-amiloide.