Notule

 

 

(A cura di ROBERTO COLONNA)

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XII – 18 ottobre 2014.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]

 

Annusare una e-mail è possibile dallo scorso giugno, quando ricercatori francesi hanno inviato un messaggio a New York con una speciale piattaforma che consente di etichettare aromi associati alla posta elettronica. La prima “aromatic e-mail”, che era costituita da una bella fotografia di specialità francesi, è stata ricevuta mediante uno speciale dispositivo (oPhone, da olfactory phone) che ha emesso effluvi al profumo di champagne e biscotti alle mandorle.

 

L’uso della cannabis, come marijuana o altri derivati, altera vari aspetti della cognizione, ma la compromissione della memoria è stata particolarmente indagata. Uno studio recente ha documentato il permanere di difetti di prestazione per vari giorni dopo un’assunzione e, per gli assuntori abituali, il ritorno ai livelli di coloro che non ne fanno uso solo dopo 28 giorni di completa astinenza. Tuttavia, sono stati documentati anche casi di difetti permanenti.

 

Le persone obese che leggono dell’obesità come malattia, secondo uno studio recente, si preoccupano meno del proprio peso e delle calorie che assumono, rispetto a coloro che leggono un articolo che afferma il contrario. Le interpretazioni sono varie ma, probabilmente, per molti avere una malattia equivale a non essere responsabili della condizione e, dunque, a tendere più facilmente ad accettarla come ineluttabile e a razionalizzare l’inutilità dell’impegno nel porvi rimedio. Lo stato di malattia induce spesso a delegare azioni e decisioni ai medici: se uno stato non è una conseguenza del mangiare troppo e male, facendo scarsa attività motoria, la soluzione è in una terapia medica. Intanto, si continua a mangiare…

 

Una massiccia campagna a favore della cannabis terapeutica,  ostenta un dato, ossia che solo  il 9% di coloro che ne fanno uso diventano dipendenti, occultando il rovescio della medaglia costituito dai danni rilevati anche per un uso sporadico. Un uso prolungato, anche senza la concomitanza di alcool ed altre sostanze psicotrope, è in grado di ridurre drasticamente il volume dell’ippocampo, struttura di importanza cruciale per la memoria. Pertanto i propagandisti affermano che solo un uso “massiccio per decenni” nuoce alle facoltà cognitive. Ma nuovi studi con metodi di rilevo più sensibili hanno documentato danni ippocampali anche per assunzioni sporadiche a basse dosi.

La “cannabis terapeutica” è una frode perché il farmaco costituito dal puro principio attivo (tetraidrocannabinolo) senza tutte le altre molecole che si fumano o si ingeriscono nei prodotti erbacei interi, esiste già: si chiama dronabinolo, e già da tempo in molti paesi i medici, se proprio necessario, lo possono prescrivere ai propri pazienti alle dosi giuste e senza il rischio di drogarli o intossicarli.

 

Rispetto a 50 anni fa il consumatore di eroina negli USA ha un profilo decisamente diverso: proviene molto più spesso da aree suburbane e molto più di frequente è di etnia caucasica. La percentuale di mortalità, invece, rimane spaventosamente elevata.

 

Notule

BM&L-18 ottobre 2014

www.brainmindlife.org