Corteccia di uomo e scimmia a confronto per cognizione e linguaggio

 

 

AGATA W. ORSINI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XII – 01 febbraio 2014.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Nessuna indagine che ponga a confronto la corteccia cerebrale umana con quella di scimmia può essere considerata una semplice osservazione di anatomia o fisiologia comparata, perché ormai ogni aspetto di questo paragone viene messo a fuoco e ingrandito dagli studiosi che cercano di determinare le basi biologiche di ciò che è unicamente umano. La nostra società scientifica ha dedicato a questo tema, quattro anni or sono, una serie di incontri, a partire dal 27 marzo 2010[1], ed ha poi seguito attentamente gli sviluppi della ricerca attraverso journal clubs e rassegne curate da membri dei nostri “gruppi strutturali”.

Uno studio di comparazione fra aree della corteccia frontale ventrale umana e di macaco, condotto da Franz-Xaver Neubert e colleghi, fornisce un contributo non trascurabile ad un campo di indagine seguito con attenzione, oltre che dai ricercatori delle varie branche delle neuroscienze, da antropologi, etologi, psicologi, linguisti e filosofi (Neubert F-X., et al., Comparison of Human Ventral Frontal Cortex Areas for Cognitive Control and Language with Areas in Monkey Frontal Cortex. Neuron – Epub ahead of print http://dx.doi.org/10.1016/j.neuron.2013.11.012, in print by 2014).

La provenienza degli autori dello studio è la seguente: Functional MRI Facility, NIMH, National Institutes of Health, Bethesda, MD (USA); Department of Experimental Psychology, University of Oxford (UK); Oxford Centre for Functional MRI of the Brain, John Radcliffe Hospital, Headington, Oxford (UK).

La corteccia frontale ventrolaterale umana (vlFC) è strettamente associata a facoltà quali la flessibilità cognitiva e l’uso di codici linguistici per la comunicazione. Si comprende che il paragone con la funzione della regione omologa di altri primati sia stato oggetto di speculazioni ed ipotesi da parte di molti. Per ottenere dati che consentissero di fare qualche passo in avanti in queste conoscenze, Franz-Xaver Neubert e colleghi hanno usato una combinazione di metodi di neuroimmagine strutturali e funzionali. Lo scopo principale era quello di identificare le componenti-chiave della vlFC umana.

A tal fine, i ricercatori hanno confrontato un campione di 25 volontari con un gruppo di 25 macachi, studiando la maniera in cui le aree della vlFC si interconnettono ed interagiscono con altre aree cerebrali.

I ricercatori hanno identificato un “core” di ben 11 costituenti della vlFC che interagiscono in modo simile, e presentano una simile distribuzione dei circuiti in entrambe le specie. A questo quadro di similarità, hanno poi aggiunto un elemento esclusivamente umano nella corteccia del polo frontale della regione ventrolaterale.

Nelle interazioni cerebrali interregionali sono emerse tante piccole differenze, fra volontari umani e scimmie, di difficile interpretazione; al contrario, differenze molto evidenti e riportabili alle nostre facoltà di pensiero verbale e comunicazione linguistica, sono emerse nelle interazioni fra vlFC ed aree posteriori di associazione uditiva.

Un pregio di questo studio è senz’altro il continuo riferimento ai risultati dei numerosi studi precedenti, passo per passo, nell’esposizione e nella discussione dei risultati.

Nella discussione dei rilievi relativi alle aree vlFC associate al linguaggio, i ricercatori notano che, sebbene i macachi manchino della facoltà della parola, in questa regione presentano una configurazione di accoppiamenti fra aree simile a quella umana. Le aree 45 e 47/12 umane, che giocano un ruolo importante nell’elaborazione semantica, trovano un perfetto riscontro nelle aree 45A e 47/12 del macaco. Così, sono stati rilevati schemi di accoppiamento con la corteccia premotoria e parietale simili fra uomo e scimmia.

Al contrario, come si è già accennato, una grande differenza è emersa circa il modo in cui le regioni vlFC si connettono con le aree posteriori di associazione uditiva. Mentre nel macaco le aree di associazione uditiva nella corteccia temporale posteriore sono fortemente accoppiate con la ACC (una regione nota per il suo ruolo nella cognizione sociale), nell’uomo le aree di associazione uditiva posteriore sono più fortemente associate con tutte le sub-regioni della vlFC.

Su questa base, i ricercatori affermano che la nostra abilità di usare codici uditivi verbali nella memoria di breve termine e come guida nel decision making potrebbe dipendere dall’accoppiamento esclusivamente umano fra la corteccia di associazione uditiva e la vlFC.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle numerose recensioni di argomento connesso che compaiono sul sito (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).

 

Agata W. Orsini

BM&L-01 febbraio 2014

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Note e Notizie 27-03-10 Cosa rende unico il cervello umano (primo incontro); i resoconti degli incontri successivi sono pubblicati in sequenza fino al mese di maggio dello stesso anno nella sezione “Note e Notizie”.