Identificata una base molecolare del gradimento dell’alcool
LUDOVICA R. POGGI
NOTE
E NOTIZIE - Anno XI – 09 novembre 2013.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Le differenze fra persone nel gradimento delle bevande alcooliche sono spesso attribuite quasi esclusivamente a ragioni culturali, le stesse che determinerebbero il notevole squilibrio fra i generi nel numero di alcoolisti e le preferenze nell’ordinare bevande al bar, che ciascuno di noi può verificare nella vita di tutti i giorni.
Ma già numerosi studi sulla differenza fra uomini e donne nel metabolismo dell’etanolo e nella risposta cerebrale agli effetti sia pur temporanei degli alcoli poli-insaturi[1], che caratterizzano ad esempio i diversi tipi di vino e di birra, avevano suggerito l’importanza di caratteristiche geneticamente determinate; poi, numerosi studi sulle basi ereditarie dell’alcoolismo e sulla biologia molecolare della risposta all’alcool, hanno fatto comprendere il rilievo che può assumere, anche nel determinare tendenze inconsce e propensioni istintive, una differenza del sistema nervoso centrale nel rispondere alle molecole alcoliche. Poiché sono note ed evidenti le differenze nel consumo di alcool indotto dall’uomo in varie specie animali, razze e perfino ceppi di una stessa specie, si è pensato di indagare le basi di questo comportamento istintivo per cominciare a delineare il campo della ricerca sulle complesse differenze neurogenetiche che caratterizzano l’atteggiamento della nostra specie, certamente notevolmente influenzato e complicato da fattori culturali e sociali.
Uno studio
condotto da Kaplan, Mohr e Rossi presso l’Università dell’Oregon ha
identificato in ceppi di roditori che presentano un atteggiamento opposto nel
gradimento dell’alcool, una chiara differenza fisiologica: le correnti toniche mediate dai recettori GABAA registrate
nei granuli del cervelletto, possono
essere modulate dall’etanolo in direzioni
opposte, secondo l’atteggiamento degli animali verso il consumo di etanolo.
Da questo studio si desume che processi molecolari specificamente legati al
genotipo possano spiegare differenze nell’atteggiamento e nel gradimento
dell’alcool etilico (Kaplan J. S., et al. Opposite actions of alcohol on tonic GABAA
receptor currents mediated by nNOS and PKC activity. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3559], 2013).
La provenienza degli autori è la
seguente: Department of Behavioral Neuroscience, Oregon Health and Science University,
Portland, Oregon (USA).
I meccanismi molecolari che mediano la variabilità genetica nella risposta all’alcool non sono ancora definiti. I tre ricercatori hanno rilevato che l’alcool aveva azioni opposte - ossia rafforzamento o soppressione - sull’inibizione mediata dai recettori GABAA delle cellule dette granuli del cervelletto:
a) di ratti Sprague-Dawley e topi DBA/2, accomunati dall’essere sensibili in termini di comportamento e consumatori di piccole quantità di alcool; contrapposti a
b) topi C57BL/6, apparentemente insensibili in termini di comportamento e consumatori di grandi quantità di alcool.
La sperimentazione ha evidenziato che l’effetto dell’alcool sull’inibizione dei recettori GABAA dei granuli del cervelletto era determinato da un equilibrio fra due effetti opposti:
a) aumentato rilascio vescicolare presinaptico di GABA, via inibizione alcolica della NO sintetasi (NOS) e
b) una diretta soppressione dell’attività dei recettori post-sinaptici GABAA.
È risultato che l’equilibrio fra questi due processi era determinato dall’espressione differenziale della NOS neuronica e dell’attività post-sinaptica di PKC, entrambe le quali variavano al variare del genotipo dei roditori.
I risultati ottenuti dai tre ricercatori di Portland identificano processi molecolari opposti che sembrano differentemente controllare la grandezza e la polarità della risposta dei recettori GABAA all’alcool nei diversi genotipi di animali di laboratorio.
L’autrice della nota invita alla
lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che appaiono sul sito
(utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA”).
[1] Lo scarso interesse internistico per queste molecole volatili incapaci di produrre steatosi epatica ed epatiti alcooliche come l’etanolo, ha fatto spesso dimenticare il loro interessante profilo psicotropo. Infatti, sembra che una parte degli effetti inebrianti, sia pure di breve durata, delle bevande alcooliche, sia da ascriversi agli alcoli poli-insaturi, in grado di esercitare un effetto molto più marcato sul cervello femminile.