Cellule gangliari fotosensibili nella plasticità della retina
LORENZO L. BORGIA
NOTE
E NOTIZIE - Anno XI – 06 luglio 2013.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
L’attività spontanea correlata nel sistema nervoso in corso di sviluppo richiede forza per le perturbazioni nei circuiti che la generano, pertanto è ragionevole supporre l’esistenza di meccanismi che assicurano il suo mantenimento.
Lowry A. Kirkby e Marla B. Feller hanno affrontato
il problema studiando la retina durante lo sviluppo, ed hanno accertato un
ruolo precedentemente sconosciuto delle cellule
gangliari intrinsecamente fotosensibili. I risultati di questo lavoro
propongono l’esistenza, nei circuiti retinici in formazione, di una plasticità
insospettata, la cui esistenza influenzerà certamente molte ipotesi di lavoro e
programmi di ricerca (Kirkby L. A. & Feller
M. B., Intrinsically photosensitive
ganglion cells contribute to plasticity in retinal wave circuits.
Proceedings of the National Academy
of Science USA [Epub ahead of print doi:10.1073/pnas.1222150110],
2013).
La provenienza
degli autori è la seguente: Biophysics Graduate Group and Department of
Molecular and Cell Biology and the Helen Willis Neuroscience Institute, University
of California Berkeley, California (USA).
A beneficio del lettore non specialista ricordiamo che la retina deriva dai due strati della vescicola ottica invaginata, che danno origine all’epitelio pigmentato (strato esterno) e alla struttura multilaminare neurosensitiva o neuroretina (strato interno), caratterizzata da vari tipi cellulari: fotorecettori (cellule dei coni e dei bastoncelli), neuroni di primo ordine (cellule bipolari), neuroni di secondo ordine (cellule gangliari), due classi di interneuroni (cellule orizzontali ed amacrine) e cellule gliali (cellule radiali o di Müller, astrociti e microglia).
Kirkby e Feller hanno studiato il mantenimento dell’attività spontanea correlata nella retina durante la sua differenziazione evolutiva. In questa fase, il blocco dei circuiti colinergici che mediano le onde retiniche durante la prima settimana di vita post-natale, porta alla genesi di onde “recuperate” attraverso un circuito distinto, mediato da gap junction. A differenza di quelle di origine colinergica, le onde recuperate erano modulate dalla segnalazione glutammatergica e dopaminergica, e richiedevano la presenza della proteina della gap junction, connessina 36. Ancora, a differenza delle onde colinergiche, quelle recuperate erano stimolate dalla luce ambientale mediante l’attivazione delle cellule gangliari della retina intrinsecamente fotosensibili ed esprimenti melanopsina.
In questa riconfigurazione dei circuiti generanti le onde, la partecipazione delle cellule gangliari intrinsecamente fotosensibili fornisce, per la plasticità dei circuiti della retina in corso di formazione, un canale fino ad oggi sconosciuto.
L’autore della nota invita alla
lettura delle numerose recensioni di argomento connesso che compaiono nelle
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