Neuroanatomia funzionale dell’armonia nella musica
DIANE RICHMOND
NOTE
E NOTIZIE - Anno XI – 15 giugno 2013.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Armonia, figlia di Ares ed Afrodite, nella mitologia greca era una sorta di dea dell’amore inteso come concordia, una condizione bene simboleggiata dalla partecipazione di tutti gli dei alle sue nozze con Cadmo, fondatore di Tebe. Armonia fu concettualizzata come personificazione dell’ordine morale e sociale ideale. Difficile trovare un’immagine migliore per rendere il senso e il ruolo dell’armonia nella musica, dove dal semplice significato di “accordo di suoni”, nel tempo è assurta a teoria e pratica della costituzione e della sintassi degli accordi musicali. La sua importanza nella naturale inclinazione umana al piacere e all’arte della musica è testimoniata dal suo affermarsi, dal XVII secolo, quale base della composizione[1].
Carol A.
Seger e colleghi della Colorado State University[2] hanno
indagato, mediante risonanza magnetica funzionale (fMRI), l’anatomia funzionale della percezione
dell’armonia nella musica, provando
ad accertare l’eventuale esistenza di una base neurale specifica e diversa da
quella necessaria all’elaborazione della melodia[3]. Il
profilo sperimentale ha consentito di ottenere risultati degni di nota (Seger C. A., et al. Corticostriatal Contributions to Musical
Expectancy Perception. Journal of Cognitive Neurosciences 25 (7):
1062-1077, July 2013).
I ricercatori hanno presentato ai volontari, selezionati fra non musicisti, brevi brani di musica classica della tradizione occidentale. La parte finale di ciascun pezzo era stata sistematicamente manipolata nelle seguenti quattro maniere:
1) Conclusione[4] Standard (risoluzione attesa);
2) Conclusione Ingannevole (moderata deviazione dall’attesa);
3) Conclusione Modulata (forte deviazione dall’attesa, rimanendo però nella struttura armonica della musica tonale occidentale);
4) Conclusione Atonale (la massima deviazione dall’attesa, mediante l’abbandono della struttura armonica della musica tonale occidentale).
L’osservazione dei ricercatori si è basata sullo studio degli effetti prodotti dalla musica su regioni cerebrali che, in numerosi studi precedenti, sono state ampiamente implicate nell’elaborazione di base, ed includono aree bilaterali della circonvoluzione (o giro) temporale superiore (STG, da superior temporal gyrus) e territori, in questo caso limitati all’emisfero destro, del giro frontale inferiore (IFG, da inferior frontal gyrus).
Regressori parametrici, scalati al grado di deviazione dall’attesa armonica, identificavano regioni sensibili alla violazione delle attese. Aree all’interno dei nuclei della base, in particolare le formazioni grigie dello striato (BG, da basal ganglia), erano significativamente modulate dalla violazione delle attese, indicando un ruolo nell’elaborazione delle armonie precedentemente non apprezzato.
L’osservazione dei quadri tomografici fMRI ha fatto rilevare che la violazione delle attese reclutava anche regioni corticali bilaterali nel giro frontale inferiore (IFG) e nella parte anteriore del giro temporale superiore (STG), in precedenti studi associate con l’elaborazione sintattica in altri domini. Importante sottolineare che la parte posteriore di STG non era significativamente modulata dalle attese. Una connettività funzionale durante la percezione della musica è stata trovata mediante il Granger causality mapping fra IFG, STG anteriore, STG posteriore, e BG.
L’insieme dei dati emersi dall’analitica osservazione delle correlazioni, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura integrale del testo del lavoro originale, consente di dedurre che IFG, la parte anteriore di STG e i BG sono reclutati per l’elaborazione armonica di ordine superiore, mentre la parte posteriore di STG è reclutata per l’elaborazione melodica e della tonalità di base.
L’autrice della nota ringrazia la
dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza ed invita alla
lettura delle recensioni di argomento connesso che compaiono nelle “Note e
Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).
[1] Per composizione si intende la parte dell’arte della musica che fornisce le regole che consentono di rendere in forma d’arte un impulso musicale; la sua didattica tradizionalmente si compone di 5 discipline: ritmica, armonia, contrappunto, forme e strumentazione. Le prime due, insieme con la melodia, corrispondono ad elementi paradigmatici della nostra fisiologia percettiva e della elaborazione cognitivo-emotiva dell’esperienza della musica.
[2] Eccetto Brian J. Spiering, attualmente al Dipartimento di Psicologia dell’Università del Maryland.
[3] Per melodia si intende la successione di note che costituisce il motivo musicale al quale corrispondono tipicamente le parole di una canzone. Più tecnicamente, la melodia è la linea tracciata dal movimento dei suoni nella serie acustica secondo una sintassi ritmico-armonica che conferisce alla successione valore di pensiero musicale. Come il pensiero verbale, la melodia viene scomposta ed analizzata in frasi, periodi, ecc.
[4] Si è scelto di tradurre la parola Cadence con Conclusione, perché il suo significato è “sequenza musicale che muove a una chiusura armonica o a un punto di pausa e conferisce il senso del completamento armonico” (Merriam-Webster).