Come agisce la DBS nel disturbo ossessivo-compulsivo

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XI – 02 marzo 2013.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (F42.8 DSM-IV-TR; 300.3 ICD-10) è caratterizzato dalla presenza di ossessioni, costituite più spesso da pensieri, ma anche da idee, parole, impulsi o immagini, che si impongono alla coscienza del soggetto come ricorrenti, ripetitive e persistenti; e dallo sviluppo di compulsioni, costituite da atti mentali o materiali che la persona si sente obbligata a mettere in atto, come al fine di neutralizzare l’effetto delle ossessioni o per obbedire ad imperativi interni che richiedono una rigorosa osservanza.

Le ossessioni non sono semplici pensieri ricorrenti che infastidiscono o angosciano per effetto dei loro contenuti emozionali, ma costituiscono una forma sintomatologica specifica, diagnosticabile sulla base di alcuni caratteri definiti. Fra questi vi è la difficoltà ad accantonarle, o imprescindibilità; l’invadenza o intrusività, che disturba lo stato psichico ed altera o interrompe un flusso di pensiero; il riconoscimento da parte del soggetto che, seppure a volte estranee nei contenuti al proprio modo di pensare, sono un prodotto della propria mente e non imposte dall’esterno come nell’inserzione del pensiero. Il grado di disturbo per la vita del paziente varia da caso a caso, ma può raggiungere livelli tali da indurre le persone affette a dirsi disposte a qualunque soluzione pur di liberarsene. Il ricorso ad interventi di psicochirurgia, d’altra parte di dubbia efficacia, è sempre meno frequente anche nei paesi in cui le scuole di psichiatria ne contemplavano il ricorso, mentre si è andata affermando la metodica di stimolazione elettrica profonda del cervello attuata su base operativa, la Deep Brain Stimulation (DBS).

L’efficacia palliativa di questa metodica sembra discreta, ma si sa ancora poco sui meccanismi neurali su cui si basano i suoi effetti. Martijn Figee e numerosi colleghi hanno cercato di individuare le ragioni anatomo-funzionali del sollievo indotto dalla DBS (Figee M., et al., Deep brain stimulation restores frontostriatal network activity in obsessive-compulsive disorder. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3344], 2013).

La provenienza prevalente degli autori dello studio è la seguente: Department of Psychiatry, Academic Medical Center, Amsterdam (Olanda); Brain Imaging Center, Academic Medical Center, Amsterdam (Olanda);  The Netherlands Institute for Neuroscience, Royal Netherlands Academy of Arts and Sciences, Amsterdam (Olanda).

La DBS consiste in una stimolazione cronica ad alta frequenza di strutture profonde dell’encefalo, ottenuta mediante un generatore di impulsi programmabile, simile ad un pacemaker cardiaco, posto sottocute e collegato ad un elettrodo stimolatore inserito nel nucleo o area di cui si vuole influenzare l’attività[1]. I pazienti affetti da disturbo ossessivo-compulsivo presentano un’attenuazione dell’attività di anticipazione della ricompensa nel nucleo accumbens. Su questa base si impiega la DBS: l’aumento di attività dei neuroni di questo nucleo del sistema a ricompensa, per effetto della stimolazione, si spera ripristini, in termini bioelettrici, le condizioni fisiologiche.

Figee e colleghi hanno studiato pazienti affetti dal disturbo ossessivo-compulsivo con elettrodi impiantati nel nucleo accumbens, mediante neuroimaging funzionale. La DBS si è rivelata in grado di normalizzare l’attività del nucleo, riducendo l’eccessiva connettività funzionale con la corteccia prefrontale. Durante esperimenti volti a provocare i sintomi del disturbo ossessivo-compulsivo, la DBS determinava una riduzione delle oscillazioni di bassa frequenza della corteccia frontale.

I dati emersi da questo studio, per il cui dettaglio si rinvia alla lettura del testo della comunicazione, suggeriscono che la DBS è in grado di ridurre l’attività maladattativa e la connettività eccessiva e patologica della regione stimolata.

 

L’autore invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Roberto Colonna

BM&L-02 marzo 2013

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

 

 

 



[1] Si veda, per ulteriori elementi sulla DBS: “Note e Notizie 02-03-13 Terapia con micro magneti di epilessia, Parkinson ed altri disturbi”.