Nuovo modello da un circuito della paura nella amigdala centrale
DIANE RICHMOND
NOTE
E NOTIZIE - Anno XI – 09 febbraio 2013.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
L’amigdala è un complesso nucleare di fondamentale importanza per l’apprendimento e l’espressione di emozioni e di altri aspetti qualitativi del vissuto, che implicano una gamma di schemi effettori viscerali diversi. Le formazioni grigie che fanno parte del raggruppamento centrale del nucleo (CeA, da central amygdala), un tempo considerate come un passivo relay fra neuroni amigdaloidei ed effettori a valle dei processi viscerali tipici della paura e della risposta allo stress, oggi si ritiene, sulla base di numerose evidenze sperimentali, che svolgano un ruolo attivo, partecipando all’apprendimento condizionato della paura.
Il meccanismo
mediante il quale la CeA contribuisce
all’apprendimento e all’espressione della paura non è chiaro, pertanto uno studio condotto da Haohong Li e
colleghi, che ha consentito di riconoscere alla CeA un ruolo in questi processi, su una base neurofisiologica ben
definita e compatibile con un nuovo modello funzionale, appare di notevole
interesse (Li H., et al., Experience-dependent modification of a central amygdala
fear circuit. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3322], 2013).
La provenienza degli autori dello
studio è la seguente: Cold Spring Harbor Laboratory, Cold Spring Harbor, New
York (USA); Department of Molecular Biology, Princeton University, Princeton,
New Jersey (USA).
Per introdurre il lettore non specialista, proponiamo qui di seguito un piccolo brano sull’amigdala tratto da una relazione del presidente della nostra società scientifica.
“L’amigdala o corpo nucleare
amigdaloideo è un agglomerato nucleare pari e simmetrico
grigio-rossastro a forma di mandorla del diametro di 10-12 mm, situato nella
profondità dorso-mediale del lobo temporale, in prossimità topografica della
coda del nucleo caudato, ma non collegata fisiologicamente al controllo motorio
e procedurale dei nuclei del corpo
striato. L’amigdala, da una
parola greca che vuol dire mandorla,
occupa la parte anteriore del giro paraippocampico e la parte iniziale dell’uncus, sporgendo davanti al corno di
Ammone. La tradizionale interpretazione di Kappers voleva il corpo amigdaloideo
corrispondente all’archistriato dei Sauropsidi. Secondo altri autori, la parte
filogeneticamente più antica (archiencefalica)
corrisponderebbe ai nuclei della parte ventrale e deriverebbe dal ganglio
basale, mentre la parte rimanente sarebbe meno antica o paleoencefalica e deriverebbe dal paleopallio. Ritenuta a lungo un
centro di elaborazione esclusivamente connesso con l’olfatto, se ne è poi
compresa l’importanza nell’elaborazione delle emozioni e, nella seconda metà
del Novecento, la si è studiata in relazione alla rabbia e all’aggressività. I
deplorevoli interventi di psicochirurgia su criminali dal temperamento
aggressivo ed iracondo prevedevano spesso la distruzione bilaterale
dell’amigdala, con la conseguente induzione di placidità e passività. Descritta
in anatomia con i nuclei della base telencefalica, al suo interno è composta da
agglomerati di pirenofori che formano una dozzina di piccoli nuclei ripartiti,
in genere, in tre aree: amigdala laterale
(AL), amigdala centrale (AC) ed amigdala basale (AB). Fisiologicamente l’amigdala si considera
appartenente al sistema limbico e
negli ultimi decenni è stata studiata soprattutto in relazione alla paura e
all’apprendimento della paura condizionata, in quanto dalla sua elaborazione
dipende l’attivazione dei tre principali sistemi che mediano l’attivazione
neuroendocrina dell’assetto fisiologico degli affetti fobici e dello stress nell’organismo. Ma oltre che in rapporto alla
paura, all’ansia e all’allerta, è intensamente indagata per il suo ruolo di conferimento
di valori d’affezione a stimoli percettivi, in una gamma che va dall’appetito
sessuale ed alimentare all’interesse estetico ed astratto. L’amigdala, per le
sue estese connessioni, svolge un ruolo critico nella regolazione di vari
comportamenti cognitivi e sociali
oltre che affettivo-emotivi” [1].
I
ricercatori hanno accertato che il condizionamento alla paura nei topi induceva una notevole plasticità delle sinapsi eccitatorie formate sui neuroni inibitori della suddivisione laterale della
CeA, ossia CeL. Questa plasticità dipendente dall’esperienza è risultata essere
cellula-specifica, bidirezionale ed espressa presinapticamente da impulsi
provenienti dall’amigdala laterale. In particolare, si è rilevato che
prevenendo il potenziamento sinaptico sui neuroni positivi alla somatostatina, si comprometteva la formazione
della memoria per la paura. Inoltre, l’attivazione di questi neuroni era necessaria per la rievocazione della memoria della paura ed era sufficiente per guidare risposte di paura.
Complessivamente,
i risultati di questo studio supportano un modello in cui le modificazioni sinaptiche indotte dall’apprendimento
condizionato della paura in CeL,
favoriscono l’attivazione di neuroni positivi alla somatostatina, i quali inibiscono gli stimoli in uscita dalla CeL, in tal modo disinibendo la suddivisione mediale della CeA
e rilasciando espressioni
di paura.
L’autrice ringrazia la dottoressa
Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni
di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”
(utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).