Individuate cellule recettrici specifiche per il prurito
LORENZO L. BORGIA
NOTE
E NOTIZIE - Anno XI – 26 gennaio 2013.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Il prurito è un’esperienza sensoriale comune, specificamente confinata alla pelle, alla congiuntiva oculare e ad alcune mucose. In termini fisiologici è stato associato da tempo al dolore, sia perché mediato dalla conduzione di fibre C amieliniche apparentemente identiche a quelle descritte per la trasmissione del segnale originato da alcuni tipi di stimoli dolorosi, sia perché vari esperimenti sembravano dimostrare l’origine della sensazione pruriginosa dalla stimolazione di bassa frequenza di fibre nocicettive. Studi più recenti hanno messo in relazione il prurito con una classe di fibre C a bassissima velocità di conduzione (0.5 m/s), da poco scoperte. Tali fibre sono caratterizzate da proprietà fisiologiche compatibili con gli intervalli temporali del prurito indotto da istamina.
Il prurito può essere artificialmente generato, sia direttamente iniettando istamina esogena sia mediante procedure che causano il rilascio dell’amina endogena, perciò si ritiene che i trasduttori siano accoppiati ai recettori dell’istamina. L’iniezione intradermica di un’alta dose di istamina produce un prurito intenso e generalmente insopportabile, che si protrae per decine di minuti, ma induce soltanto un lieve dolore: questo fenomeno sembra chiaramente indicare che il prurito non possa essere la semplice conseguenza di un’attivazione di basso grado di nocicettori polimodali, come ipotizzato e ritenuto da molti.
Cellule nervose recettrici specificamente sensibili al prurito sono state cercate da decenni e, già negli anni Settanta, la maggior parte dei ricercatori che lavorava in questo campo, riteneva probabile la loro esistenza. Tuttavia, risultati contrastanti o di difficile interpretazione, hanno continuato ad allontanare la soluzione del problema. Ad esempio, i neuroni del ganglio della radice dorsale (DRG), la struttura più studiata nella ricerca sulla fisiologia del dolore, rispondono sia a stimoli dolorosi (nocicettivi) che pruriginosi. In effetti, i dubbi di recente sono cresciuti con l’osservazione della capacità di rispondere al dolore di ben individuati neuroni mediatori di stimoli pruriginosi.
Per cercare di risolvere l’annosa questione, Liang Han e un numeroso gruppo di collaboratori, hanno geneticamente etichettato e manipolato neuroni esprimenti MrgprA3+ ottenendo risultati decisivi (Han L., et al. A subpopolation of nociceptors specifically linked to itch. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3289], 2013).
I principali istituti di provenienza
degli autori dello studio sono i seguenti: The Solomon H. Snyder Department of
Neuroscience, Center for Sensory Biology, Johns Hopkins University School of
Medicine, Baltimore, Maryland (USA); Department of Anatomy, Histology and Embryology,
Institute of Basic Medical Science, Chinese Academy of Medical Sciences,
Beijing (Cina); Department of Anesthesiology, Yale University School of
Medicine, New Haven, Connecticut (USA); Howard Hughes Medical Institute, Johns
Hopkins University School of Medicine, Baltimore, Maryland (USA).
Il labeling genetico dei neuroni recettoriali MrgprA3+ ha consentito di accertare che queste cellule sono presenti solo nell’epidermide e rispondono a numerosi composti “pruritogeni”, ossia in grado di provocare prurito. L’ablazione delle cellule contraddistinte da questa espressione molecolare portava ad una sostanziale riduzione del grattamento riflesso, indotto da numerosi pruritogeni diversi, e delle sensazioni pruriginose che si generano spontaneamente in condizioni di prurito cronico, mentre la sensibilità dolorifica rimaneva in ogni esperimento parallelo, assolutamente inalterata.
Un elemento di notevole rilievo è che i topi in cui TRPV1 era esclusivamente espresso nelle cellule MrgprA3+ manifestavano la presenza di prurito ma non di dolore in risposta alla capsaicina, la molecola contenuta nel peperoncino rosso che costituisce lo stimolo dolorifico chimico più intenso che si conosca. Sebbene i neuroni MrgprA3+ erano sensibili agli stimoli termici di livello dolorifico, l’attivazione di TRPV1 da parte dell’alta temperatura dolorosa in questi neuroni, non produceva alterazioni del comportamento al dolore. In altri termini, i roditori non avvertivano la sensazione algica.
Questi esiti della sperimentazione indicano che MrgprA3+ definisce una specifica subpopolazione che risponde al prurito nell’ambito dei neuroni del DRG.
I ricercatori affermano con fierezza che il loro lavoro apre nuove vie allo studio del prurito e allo sviluppo di farmaci anti-pruriginosi.
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