Musica e movimento condividono una base di espressione emozionale
ROBERTO COLONNA
NOTE
E NOTIZIE - Anno XI – 12 gennaio 2013.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in
corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli
oggetti di studio dei soci componenti lo staff
dei recensori della Commissione
Scientifica della Società.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
La musica è in grado di commuoverci, appassionarci, darci piacere ed evocare una notevole gamma di affetti, emozioni e sentimenti, facendoci vivere esperienze difficilmente paragonabili a quelle indotte da altri vissuti percettivi. La componente ritmica della musica, che ci induce a battere un piede per seguire delle scansioni trascinanti o ad oscillare lentamente il corpo per seguire l’andamento ondeggiante di una ninna-nanna, è di fatto lo stimolo cinetico che è all’origine psico-antropologica di espressioni comportamentali ed artistiche tanto diverse quanto le marce militari e le innumerevoli forme di danza prodotte nel tempo e nei diversi paesi del mondo dalle culture umane[1]. Nonostante l’importanza del suo significato e i numerosi studi condotti, il rapporto fra le basi neurali della musica e del movimento è ancora scarsamente definito.
Beau Sievers
e colleghi del Department of Psychological and Brain Sciences, e Department of
Music del Dartmouth College di Hanover, hanno impiegato un metodo empirico per
verificare se, come è stato ipotizzato, la musica e il movimento condividono una
struttura funzionale che genera espressioni emozionali equivalenti ed
universali (Sievers B., et al. Neuronal reference
frames for social decisions in primate frontal cortex. Proceedings of the
National Academy of Science USA [Published online ahead of print
doi:10.1073/pnas.1209023110], 2013).
I ricercatori hanno elaborato un metodo basato sull’impiego di un programma per computer in grado di generare esempi corrispondenti di musica e movimenti da un singolo insieme di caratteri: rate, jitter (regolarità del rate), direction, step size e dissonance/visual spikiness. Impiegando questo metodo hanno allestito due esperimenti: uno condotto negli Stati Uniti e l’altro in un villaggio tribale e isolato della Cambogia.
Dall’osservazione sperimentale, per la cui descrizione si rinvia al testo del lavoro originale, i ricercatori hanno ottenuto questi dati salienti: 1) ciascuna emozione era rappresentata da un’unica combinazione di elementi; 2) ciascuna combinazione esprimeva la stessa emozione nella musica e nel movimento; 3) questa struttura comune fra musica e movimento è risultata, a questo vaglio, trans-culturale.
I risultati di questo studio sembrano confermare l’esistenza di una base neurofunzionale comune per la risposta psico-emotiva e neuromotoria alla musica, tuttavia non ci sembra che possano rappresentare molto più di una “prova ulteriore” di una convinzione già ampiamente diffusa fra gli studiosi delle basi neurofisiologiche dell’esperienza musicale. Si attende ora l’esatta definizione dei sottosistemi neuronici implicati, con le loro sedi anatomiche e la loro caratterizzazione funzionale.
L’autore invita alla lettura
delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e
Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).
[1] Si veda in Perrella G., et al. Musica e Gioia: le basi neurali della risposta alla musica e l’influenza della percezione musicale sulla fisiologia psichica e dell’organismo. BM&L-Italia, Firenze 2007.