Decisioni sociali e corteccia frontale dei primati  

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno XI – 12 gennaio 2013.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le decisioni sociali hanno un’importanza cruciale per il successo degli individui e dei loro gruppi di appartenenza. I membri di un gruppo rispondono in maniera sostitutiva ai benefici ottenuti da altri, e la compromissione della base neurofunzionale necessaria all’espressione di questa capacità, contribuisce all’espressione di disturbi neuropsichiatrici quali l’autismo e le cosiddette sociopatie.

Chang, Gariépy e Platt hanno esaminato il modo in cui i neuroni di tre aree corticali del lobo frontale codificavano gli esiti di decisioni sociali, quando delle scimmie eseguivano dei compiti di collocazione con ricompensa.

I risultati ottenuti dai tre ricercatori sono degni di nota (Chang S. W. C., et al. Neuronal reference frames for social decisions in primate frontal cortex. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3287], 2013).

La provenienza degli autori dello studio è la seguente: Department of Neurobiology, Duke University School of Medicine, Durham, North Carolina, USA; Department of Psychology and Neurosciences, Duke Institute for Brain Sciences, Duke University, Durham, North Carolina, USA; Center for Cognitive Neurosciences, Duke University, Durham, North Carolina, USA.

Le principali funzioni esecutive della corteccia prefrontale, secondo l’interpretazione attualmente più accreditata della fisiologia neocorticale nei primati, uomo incluso, sono riportabili a tre aree concettuali: 1) Attenzione esecutiva, a sua volta distinta in tre sottofunzioni: a) set (consiste nella selezione di particolari atti motori e nella preparazione anticipatoria dei sistemi sensoriali e motori necessari alla loro attuazione; la sua base neurobiologica è nella corteccia prefrontale laterale e in strutture esecutive inferiori); b) working memory (consiste nella ritenzione temporanea ad hoc di un aggiornamento di memorie di lungo termine nella prospettiva dell’azione; in termini neurali consiste in un’attivazione temporanea sostenuta di una rete cognitiva esecutiva della corteccia cerebrale); c) interference control (è una funzione inibitoria che protegge le strutture neurali comportamentali da interferenze interne ed esterne, sopprimendo la distrazione; sembra che la base neurale del controllo dell’interferenza sia nella corteccia prefrontale orbito-mediale e da lì si eserciti su varie regioni corticali e sub-corticali, inclusi i nuclei della base); 2) Pianificazione, consistente nella concezione di nuovi piani o strutture (spesso descritte come gestalt) di comportamenti mentali e materiali diretti ad uno scopo e mentalmente collocati nel futuro; a supporto dell’esecuzione dei piani progettati, si riconosce un’ordinata organizzazione di connessioni che vanno dalla corteccia prefrontale alla premotoria e alla motoria, realizzando la base per vari stadi definiti e distinti di elaborazione, fra loro interconnessi direttamente e attraverso anelli di collegamento con i nuclei della base; 3) Processo decisionale, consistente nella scelta di un corso di azione con l’intenzione di perseguirlo, richiede la computazione probabilistica da parte della corteccia prefrontale di informazioni provenienti dalla corteccia orbitofrontale, dal diencefalo, dalle strutture limbiche e, particolarmente, dalla parte anteriore del giro del cingolo che sembra monitorare l’esito delle decisioni, fornendo tracce delle esperienze passate.

I tre ricercatori hanno esaminato il modo in cui le popolazioni neuroniche di tre diverse aree della corteccia prefrontale codificavano gli esiti di decisioni sociali costituite da scelte operate in compiti standardizzati per lo studio delle decisioni sociali.

I neuroni della corteccia orbitofrontale codificavano prevalentemente le ricompense che la scimmia stessa riceveva. Le cellule nervose della corteccia anteriore del giro del cingolo codificavano la ricompensa ricevuta dall’altra scimmia, dalla scimmia stessa o da entrambe. I neuroni del solco cingolato anteriore segnalavano le allocazioni della ricompensa per l’altra scimmia o per nessuna.

L’esito delle prove, considerato nel suo complesso, per il cui dettaglio si rimanda al testo del lavoro originale, sembra definire una rete di segnalazione di ricompense ricevute (corteccia orbitofrontale) e perdute (corteccia anteriore del giro del cingolo) in cui il solco cingolato anteriore emerge come un importante nesso per l’elaborazione del senso dell’esperienza condivisa e della ricompensa sociale.

Non è difficile essere d’accordo con gli autori dello studio, nell’osservare che variazioni specie-specifiche nel processo decisionale sociale potrebbero derivare dall’attivazione relativa e dall’influenza esercitata da ciascuna delle tre aree studiate.

 

L’autrice ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Diane Richmond

BM&L-12 gennaio 2013

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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