Perdita di una cellula gliale che causa degenerazione della retina  

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 17 novembre 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Le cellule di Müller, le principali cellule gliali della retina, proteggono e conservano lo stato funzionale ottimale dei fotorecettori captando glucosio, secernendo fattori neurotrofici quali il CNTF, ossia il ciliary neurotrophic factor, e partecipando alla costituzione di quella struttura di filtro protettivo simile alla barriera emato-encefalica, che è stata denominata barriera emato-retinica (BRB, dall’inglese blood-retinal barrier).

La funzione delle cellule di Müller è alterata in varie patologie retiniche, ma non è ancora bene compreso come tali disfunzioni intervengano nella patogenesi del danno delle altre cellule della retina. Per affrontare questo problema, un nutrito gruppo di ricercatori guidati da Weiyong Shen ha determinato l’ablazione delle cellule di Müller in topi adulti mediante l’espressione condizionale della tossina difterica: subito dopo l’induzione transgenica, queste speciali cellule gliali della retina hanno cominciato a degenerare, e i fotorecettori adiacenti due giorni dopo cominciavano a morire.

La sperimentazione ha identificato alcuni possibili meccanismi di queste manifestazioni (Shen W., et al., Conditional Müller Cell Ablation Causes Independent Neuronal and Vascular Pathologies in a Novel Transgenic Model. The Journal of Neuroscience 32 (45), 15715-15727, 2012).

La provenienza degli autori dello studio è la seguente: Center for Neural Circuit and Behavior, Section of Neurobiology, Division of Biological Sciences, University of California at San Diego, La Jolla (CA, USA); Canadian Centre for Behavioral Neuroscience, Department of Neuroscience, University of Lethbridge (AB, Canada); Kavli Institute for Brain and Mind, University of California at San Diego, La Jolla (CA, USA).

I ricercatori hanno sviluppato un modello transgenico, usando una porzione della regione regolatoria del gene della retinaldehyde binding protein 1 per l’ablazione condizionale della cellula di Müller,così da poter studiare le conseguenze della disfunzione primaria di questo importante tipo cellulare della glia.

L’osservazione ha fatto registrare che la selettiva ablazione delle cellule di Müller portava all’apoptosi dei fotorecettori, a teleangectasie vascolari, alla rottura della barriera fra sangue e retina (BRB) e, infine, alla neovascolarizzazione intraretinica.

Questi cambiamenti si accompagnavano ad alterata funzione della retina e ad uno squilibrio fra VEGF-A (vascular endothelial growth factor-A) e PEDF (pigment epithelium-derived factor).

L’iniezione intra-vitreale di CNTF (ciliary neurotrophic factor) inibiva il danno ai fotorecettori, ma non aveva alcun effetto sulla vascolopatia retinica. All’opposto, l’inibizione dell’attività del VEGF-A attenuava il danno vascolare ma non era in grado di esercitare un effetto protettivo sulle cellule dei coni e dei bastoncelli.

I risultati di questo studio, per i cui dettagli si rimanda alla lettura del testo dell’articolo originale, mostrano che, nelle malattie della retina, la compromissione delle cellule di Müller può costituire un importante elemento a monte di una catena causale di eventi che porta al danno delle componenti neuroniche (patogenesi citoneurale) e vascolari (patogenesi citovascolare) della struttura retinica.

Gli esiti di questo lavoro, se confermati, vanno oltre l’apparente riconoscimento di un ruolo rilevante nella patologia di un tipo di cellula gliale già ritenuta importante nella fisiologia della retina, perché suggeriscono la possibilità di terapie neuro-protettive ed anti-angiogeniche per trattare il deficit funzionale delle cellule di Müller nelle malattie della retina, ma vanno oltre, indicando la possibilità di adoperare un tale schema terapeutico per patologie che colpiscono altre sedi del sistema nervoso centrale ed implicano una disfunzione gliale.

 

L’autrice della nota, che ringrazia il prof. Perrella con il quale ha discusso l’argomento trattato e la dottoressa Floriani per la correzione della bozza, invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Diane Richmond

BM&L-17 novembre 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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