Il flusso dorsale della corteccia acustica come quello della corteccia visiva

 

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 03 novembre 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

I sistemi sensoriali dell’encefalo sono specializzati ciascuno nell’elaborazione del proprio input specifico (tattile, olfattivo, gustativo, acustico, visivo), ma alcuni principi di organizzazione neurale sono comuni alle varie modalità o canali sensoriali. Lo studio attento della configurazione delle connessioni anatomiche della corteccia uditiva dei primati, corrispondente nell’uomo all’area 41 della classificazione di Brodmann sita sulla prima circonvoluzione temporale, ha suggerito un’interessante accostamento. In particolare, i collegamenti morfo-funzionali con aree dei lobi temporale, parietale e frontale (regione prefrontale) hanno suggerito una possibile divisione in due branche del flusso di elaborazione: una dorsale e l’altra ventrale.

La corrente di impulsi dorsale originerebbe da aree più caudali della corteccia acustica, mentre quella posta in posizione ventrale avrebbe origine dai territori più rostrali dello stesso territorio uditivo della corteccia cerebrale. Si è ipotizzato che questi due flussi di informazione possano essere analoghi a quelli ben definiti in termini anatomici e fisiologici della corteccia visiva.

Corrie R. Camalier e colleghi hanno sottoposto a verifica questa ipotesi (Camalier C. R., et al., Neural latencies across auditory cortex of macaque support a dorsal stream supramodal timing advantage in primates. Proceedings of the National Academy of Science USA [Published online ahead of print doi:10.1073/pnas.1206387109], 2012).

La provenienza degli autori è la seguente: Departments of Psychology, Neurological Surgery, Hearing and Speech Sciences, Vanderbilt University School of Medicine, Nashville (TN, USA); Department of Psychology, Tennessee State University, Nashville (TN, USA).

Nel sistema visivo, il flusso di elaborazione dorsale presenta latenze di risposta neurale più veloci di quelle del sistema ventrale. Ma, se tale proprietà funzionale è generalizzata, e dunque transmodale, non è stato finora accertato; pertanto, alcuni gruppi di ricerca hanno avviato degli studi per verificare questa possibilità nelle altre modalità sensoriali. Camalier e collaboratori hanno confrontato la latenza nelle risposte neurali provenienti da 10 aree diverse della corteccia uditiva di macaco, confermate da ricostruzioni anatomiche individuali, per determinare se un simile vantaggio temporale è riscontrabile, come ipotizzato, nel flusso uditivo dorsale.

Impiegando tre varietà di stimoli uditivi (click, rumore e toni puri), i ricercatori hanno rilevato che le latenze crescono al crescere del livello gerarchico, come previsto sulla base della connettività anatomica. Ma, il dato di maggiore interesse è che è stato rilevato un pronunciato differenziale temporale lungo l’asse caudo-rostrale all’interno dello stesso livello gerarchico, con le latenze caudali (flusso dorsale) più veloci di quelle rostrali (flusso ventrale).

Questo timing differenziale osservato dai ricercatori, riflette quello rilevato per la corrente di input dorsale del sistema visivo, suggerendo un vantaggio temporale per i flussi dorsali comune a vista ed udito e, probabilmente, a tutte le modalità sensoriali.

 

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Roberto Colonna

BM&L-03 novembre 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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