Inattesa associazione della visione con la giunzione temporoparietale

 

 

GIOVANNI ROSSI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 16 giugno 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Quando si è passati dal tradizionale schema delle tre aree coricali visive, ossia 17, 18 e 19 secondo la classificazione di Brodman, alle 32 o 33 individuate grazie ad acute ipotesi di lavoro e nuove metodologie di studio, a molti è sembrato che l’ambito anatomico cerebrale entro cui continuare ad approfondire gli studi di neurofisiologia della visione fosse ormai completamente delineato. Non era così: i territori individuati non consentono di ritenere la questione dei rapporti fra sedi e processi alla base dell’elaborazione degli stimoli raccolti dall’occhio un hortus conclusus, soprattutto perché, come suole dire il nostro presidente Giuseppe Perrella, la neurofisiologia della visione mette definitivamente in crisi il paradigma classico dell’elaborazione psichica corticale basato sulla localizzazione delle afferenze primarie, ed apre una finestra sulla reale complessità del funzionamento cerebrale.

Michael Beauchamp e colleghi, impiegando la stimolazione elettrica sub-durale in esperimenti condotti su esseri umani, hanno ottenuto un risultato inatteso e interessante (Beauchamp M. S., et al. Electrocorticography links human temporoparietal junction to visual perception. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3131] 2012).

La provenienza istituzionale degli autori dello studio è la seguente: Department of Neurobiology and Anatomy University of Texas Health Science Center at Houston (Texas); Department of Neurosurgery Baylor college of Medicine, Houston (Texas); St. Luke’s Episcopal Hospital Neuroscience Center, Houston (Texas).

E’ noto che la stimolazione elettrica della corteccia visiva può produrre un effetto di percezione ottica che prende il nome di fosfene. Gli autori dello studio hanno impiegato questo fenomeno come guida per indagare gli eventuali effetti prodotti dalla stimolazione della corteccia visiva su altre aree della corteccia cerebrale. A questo scopo hanno studiato dei volontari, cui erano stati impiantati degli elettrodi sub-durali, mediante la stimolazione della corteccia visiva, mentre contemporaneamente registravano l’attività elettrica delle altre aree del cervello.

Gli esperimenti hanno messo in evidenza che la percezione del fosfene si verificava solo se la stimolazione evocava oscillazioni gamma di alta frequenza nella giunzione temporo-parietale (TPJ), una regione della corteccia cerebrale che è stata associata con l’estinzione visiva e la negligenza spaziale unilaterale.

Un risultato particolarmente interessante emerso da questa sperimentazione è che la stimolazione elettrica della TPJ modificava la rilevabilità di stimoli visivi caratterizzati da basso contrasto chiaroscurale.

Nel complesso, gli esiti di questo studio collegano la TPJ alla percezione visiva.

 

L’autore della nota invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Giovanni Rossi

BM&L-16 giugno 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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