Attenzione visiva e acquisizione di informazioni nella folla

 

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 05 maggio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La cecità e l’influenzabilità della folla l’apprendiamo già sui banchi di scuola, e noi Italiani, per generazioni, abbiamo letto nei “Promessi Sposi” la celebre descrizione manzoniana dell’irragionevolezza di una massa di persone in tumulto; ma, forse, l’episodio che meglio rappresenta il tratto fondamentale di questa esperienza di psicologia collettiva è quello che narra del linciaggio di Cinna. Una folla, armata di bastoni ed altre armi improprie, si lancia all’inseguimento di Cinna, uno degli assassini di Cesare, per linciarlo. Quando, giunti presso il povero disgraziato, gli inseguitori si rendono conto che non si tratta di Cinna il congiurato, ma di Cinna il poeta, qualcuno urla: “Ammazziamolo lo stesso: ha scritto brutte poesie!” (Cfr. G. Perrella, La mente nei gruppi e nelle folle. BM&L, Firenze 2003). I primi tentativi di studio sistematico e rigoroso della psicologia degli insiemi umani, da piccoli gruppi ad intere nazioni, si possono far risalire all’opera di William McDougall, The Group Mind (Cambridge, 1920-1927) e allo scritto di Sigmund Freud, Psicologia Collettiva ed analisi dell’Io (1921), ma da allora questa branca di indagini si è notevolmente sviluppata, impiegando varie metodologie di rilevo oggettivo ed ottenendo risultati di notevole interesse (G. Perrella, op. cit.).

Un aspetto, che per ragioni intuitive è sempre attuale, è dato dall’influenzabilità percettivo-cognitiva che si determina sotto la soglia della coscienza in condizioni collettività.

Nelle città, l’addensamento e lo spostamento di un gran numero di pedoni in alcuni siti ad alta frequentazione per varie ragioni, in genere connesse con la centralità di tali aree e la presenza di servizi pubblici, possono costituire il sostrato di importanti comportamenti socialmente contagiosi, fra cui la propagazione di attenzione visiva, emozioni, violenza e opinioni. Spesso è però difficile definire l’esatto rapporto fra il comportamento individuale e quello collettivo, e perciò gli studi quantitativi impiegano prevalentemente la sperimentazione di laboratorio, rinunciando alla spontaneità degli effetti prodotti dalle circostanze reali.

Andrew C. Gallup e colleghi delle Università di Princeton, Oxford e Uppsala, hanno realizzato due studi nei quali hanno valutato l’attenzione visiva socialmente trasmessa di oltre tremila persone in folle spontaneamente formatesi in circostanze di vita reale (Gallup A. C., et al. Visual attention and the acquisition of information in human crowds. Proceedings of the National Academy of Science USA [Epub ahead of print doi:10.1073/pnas.1116141109], 2012).

L’esatta provenienza degli autori è la seguente: Department of Ecology and Evolutionary Biology, Princeton University (NJ, USA); Department of Zoology, University of Oxford (Oxford, UK); Department of Mathematics, University of Uppsala (Uppsala, Svezia).

I ricercatori hanno tracciato i movimenti e la direzione del capo di 3325 pedoni in flussi di folla spontanei per quantificare l’estensione, l’influenza e la dipendenza dal contesto dell’attenzione visiva trasmessa socialmente.

Nel primo studio, i ricercatori hanno istruito gruppi di stimolo costituiti da collaboratori (cosiddetti “complici”), introdotti in incognito all’interno di una folla, a rivolgere lo sguardo ad un singolo punto posto al di sopra di un edificio. L’analisi dei passanti ha dimostrato che l’attenzione visiva si diffonde irregolarmente nello spazio e che la probabilità che i passanti adottino questo comportamento cresce al crescere delle dimensioni del gruppo di stimolo fino alla saturazione per gruppi molto grandi.

Gallup e colleghi hanno elaborato un modello secondo il quale questa risposta di sguardo condurrà al trasferimento dell’attenzione visiva fra i membri della folla, ma indica che non è sufficientemente forte da produrre un tipping point o una massa critica di persone che seguono lo sguardo, come è stato previsto in precedenza per la dinamica della folla.

Il secondo studio, in cui i passanti erano esposti a due complici dei ricercatori che eseguivano delle attività ambigue tali da presentarsi come sospette o irregolari, ha prodotto risultati che confermano le previsioni del modello da loro elaborato. Questo esperimento ha rivelato che le interazioni visive fra passanti si verificano primariamente in un raggio di 2 metri circa e che l’avere un’interazione con lo sguardo, sebbene relativamente debole, può facilitare la risposta a stimoli rilevanti. La sperimentazione nel suo complesso, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura del testo dell’articolo originale, indica che, sebbene gli aspetti prima menzionati delle risposte influenzate dalla direzione dello sguardo di altri siano significativamente conservati fra differenti set sperimentali, la complessiva tendenza a rispondere a uno stimolo dipende da elementi spaziali, dal contesto sociale e dal sesso del passante.

 

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Lorenzo L. Borgia

BM&L-05 maggio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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