Ragioni della eterogeneità dei neuroni dopaminergici della Sostanza Nera

                                                                                                                                           

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 03 marzo 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La sostanza nera (SN) o substantia nigra di Sömmering è una lamina densa di neuroni multipolari che attraversa tutto il mesencefalo dal solco crurale laterale a quello mediale e, andando dal basso verso l’alto, dal ponte alla regione subtalamica. In sezione trasversale appare come una striscia nerastra che in ciascun lato separa il peduncolo cerebrale in una parte dorsale (tegmento) ed una ventrale (piede); per il suo colore fu denominata locus niger da Sömmering. E’ fittamente interconnessa con i nuclei della base encefalica, ma presenta anche proiezioni verso altre aree.

Anatomicamente la SN è suddivisa in una porzione dorsale o parte compatta e in una porzione ventrale o parte reticolare, ciascuna delle quali presenta proprie connessioni. La parte compatta è costituita da neuroni molto scuri per la presenza di grandi quantità di pigmento in forma di granuli di neuromelanina. La pigmentazione, presente anche negli albini, è più marcata nei primati con il suo massimo nell’uomo, ed è strettamente correlata con lo stato aminergico del neurone; queste cellule sintetizzano e rilasciano dopamina, prevalentemente come trasmettitore nelle fibre dirette al corpo striato.

La parte compatta proietta massicciamente al nucleo caudato e al putamen mediante fibre nigrostriatali organizzate secondo una precisa topografia; un contingente minore di fibre è diretto al nucleo pallido e al nucleo subtalamico (o “corpo di Luys”). Nella malattia di Parkinson, la degenerazione dei neuroni dopaminergici della parte compatta comporta un drammatico abbassamento dei livelli di dopamina nella SN e nello striato: è necessaria una riduzione del 70% perché si sviluppi una sintomatologia clinicamente evidente.

I neuroni dopaminergici della parte compatta della SN presentano una eterogeneità funzionale che da molto tempo ha attratto l’attenzione dei ricercatori. Si ritiene che le differenze siano connesse con i vari ruoli svolti da queste popolazioni neuroniche nel comportamento, tuttavia si è ancora lontani dalla definizione di precisi correlati strutturali dell’eterogeneità funzionale osservata. Pablo Henny e collaboratori, impiegando una combinazione di metodi e tecniche, inclusa l’analisi ultrastrutturale, la juxtacellular/immunolabeling reconstruction e la registrazione in vivo dei neuroni dopaminergici, hanno trovato dei correlati fra differenze strutturali ed eterogeneità di risposta agli stimoli avversivi (Henny P., et al. Structural correlates of heterogeneous in vivo activity of midbrain dopaminergic neurons. Nature Neuroscience [Advance online publication doi:10.1038/nn.3048], 2012).

Gli autori provengono dal Dipartimento di Anatomia Normale, Scuola di Medicina della Pontificia Università Cattolica di Santiago del Cile; dal Centro Interdisciplinare di Neuroscienza della stessa Università; MRC Anatomical Neuropharmacology Unit, Department of Pharmacology, University of Oxford (Regno Unito); Oxford Parkinson’s Disease Centre, University of Oxford (Regno Unito).

Lo studio ha consentito di rilevare che le diversità funzionali di neuroni dopaminergici identificati in vivo sono correlate con differenze nell’architettura somato-dendritica e nell’organizzazione sinaptica afferente. L’analisi stereologica di neuroni dopaminergici di ratto della parte compatta della SN, individualmente registrati e contrassegnati, ha rivelato che ricevevano approssimativamente 8.000 input sinaptici, almeno il 30% dei quali era eccitatorio di tipo glutammatergico, mentre il 40-70% era inibitorio di tipo GABA-ergico. Queste ultime sinapsi erano proporzionalmente maggiori di numero e più dense sui dendriti localizzati nella parte reticolata della SN, rispetto a quelle della parte compatta, rivelando l’esistenza di due domini subcellulari sinapticamente distinti e regione-specifici.

La sperimentazione ha anche evidenziato che la relativa espansione dei dendriti dei neuroni della parte compatta nella parte reticolare, dettava la complessiva innervazione GABAergica e prediceva le risposte inibitorie agli stimoli avversivi.

Gli autori concludono che, in vivo, differenti schemi di connessione caratterizzati anche al livello subcellulare, determinano l’eterogeneità funzionale dei neuroni dopaminergici del mesencefalo dei mammiferi.

 

L’autore della nota ringrazia il Professor Giovanni Rossi, socio decano della Società Nazionale di Neuroscienze, con il quale ha discusso l’argomento trattato, e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-03 marzo 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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