Fra i 6 e i 9 mesi i bambini già conoscono il significato di molte parole

                                                                                                                                           

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 25 febbraio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Contrariamente a quanto fino ad oggi ritenuto dalla maggior parte degli studiosi di sviluppo delle abilità linguistiche nell’infanzia, l’associazione fra suono verbale percepito e significato delle parole, potrebbe avvenire nei bambini in un’epoca precoce, collocabile fra i 180 e i 270 giorni di vita. È quanto si deduce dai risultati di uno studio di prossima pubblicazione su PNAS USA (Elika Bergelson & Daniel Swingley, At 6-9 months, human infants know the meanings of many common nouns. Proceedings of the National Academy of Science USA [Epub ahead of print doi:10.1073/pnas.1113380109], 2012).

Gli autori provengono dal Department of Psychology and Institute for Research in Cognitive Science, University of Pennsylvania, Philadephia.

L’opinione prevalente fra i ricercatori è che i lattanti comincino ad apprendere la propria lingua madre non imparando parole, ma scoprendo elementi caratteristici del complesso dei segnali che costituiscono il codice acustico di un idioma: suoni vocalici, consonantici e loro combinazioni secondo schemi ricorrenti. Si ritiene che solo in una fase temporale successiva si abbia la tappa di sviluppo contrassegnata dall’imparare a capire le parole, ossia dalla maturazione di un processo cognitivo specifico e, pertanto, opposto alla semplice percezione del suono dei sintagmi verbali. In particolare, si colloca questa fase dell’evoluzione cognitivo-linguistica fra i 9 e i 15 mesi di età, quando i bambini sviluppano la capacità di interpretare le intenzioni e gli scopi degli altri.

Elika Bergelson e Daniel Swingley hanno dimostrato la fallacia della tesi che sostiene una tale sequenza nelle tappe di acquisizione delle abilità linguistiche, perché la loro sperimentazione ha dimostrato che i lattanti già conoscono il significato di varie parole di uso comune e frequente, a partire dal sesto mese di vita.

Bergelson e Swingley hanno presentato delle serie di immagini a lattanti di età compresa fra i 6 e i 9 mesi di età, mentre un loro genitore denominava a voce ben udibile una immagine in ciascun set. Tutti i bambini, dai sei ai nove mesi, hanno diretto il loro sguardo verso la figura denominata e in nessun altro modo indicata, suggerendo che avevano compreso a quale immagine si riferisse la parola udita. Poiché le parole non erano state insegnate come esercizio di laboratorio, il risultato indica che bambini così piccoli hanno imparato il significato di tali vocaboli attraverso l’esperienza quotidiana di ascolto e interazione con la madre ed altre persone adulte.

Questo risultato, per il quale si attendono ulteriori conferme, indica che già i lattanti sono in grado di comprendere le intenzioni referenziali del linguaggio degli adulti, almeno per le più semplici denominazioni indicanti oggetti.

 

L’autore della nota invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Roberto Colonna

BM&L-25 febbraio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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