Introdotto in Italia il fingolimod per la sclerosi multipla

                                                                                                                                           

 

SIMONE WERNER

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 18 febbraio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: NOTIZIA]

 

Presentato a Roma lo scorso 14 febbraio come terapia orale per la sclerosi multipla, il fingolimod o FTY720, prodotto dalla Novartis e registrato per il trattamento delle forme più frequenti ossia le recidivanti-remittenti, è stato ufficialmente introdotto in Italia. A fronte di rari e lievissimi effetti collaterali segnalati negli studi di terza fase, presenta un’efficacia all’incirca doppia rispetto alle terapie in uso, producendo buoni effetti terapeutici nei casi resistenti al trattamento con interferone e in quelli ad evoluzione rapida e ingravescente. Si stima che il trattamento con fingolimod, rispetto a quello attuale, potrà ridurre del 36% il danno cerebrale e del 61% le recidive. La somministrazione orale, rispetto alla terapia iniettiva che rappresenta l’attuale standard di riferimento, semplifica l’assunzione e aumenta l’adesione dei pazienti alla cura e la loro regolarità nel seguire la prescrizione per durate di tempo protratte.

La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, per volontà del suo presidente, ha seguito fin dalle prime fasi della sperimentazione animale questa molecola, grazie ai journal clubs di un gruppo di neurofarmacologia diretto dalla dottoressa Ludovica R. Poggi, che il 22 gennaio del 2011 ha pubblicato una nota di recensione di un lavoro che ha accertato un meccanismo d’azione recettoriale diretto sul sistema nervoso centrale, ipotizzandone un’importanza maggiore rispetto a quello di tipo immunologico noto da tempo. Secondo l’ipotesi classica, il fingolimod o FTY720 agirebbe con un meccanismo ben documentato e sicuramente attivo, ma del quale non si conosce l’effettiva portata terapeutica: il fingolimod, formando il metabolita fosforilato FTY720-P, in grado di interferire con la sfingosina-1-fosfato (S1P) e legarsi al sottotipo recettoriale S1P1, altera il traffico dei linfociti, determinando l’arresto nei linfonodi di alcune popolazioni di queste cellule implicate nell’attività auto-aggressiva alla base della degenerazione. Oltre un anno fa, Choi e collaboratori, sulla scorta dei risultati emergenti da intense ricerche condotte in precedenza, hanno ipotizzato un’azione diretta sui recettori della S1P dei neuroni e della glia e, su questa base, hanno condotto una specifica sperimentazione che ha combinato metodologia genetica ed analisi molecolari e cellulari. Le evidenze sperimentali emerse hanno convinto gli autori dello studio che il “sequestro linfocitario nei linfonodi” non costituisca la ragione principale dell’efficacia del composto, perché il meccanismo principale dell’azione farmacoterapeutica della molecola sarebbe rappresentato dalla neutralizzazione del recettore astrocitario di S1P.

Per comodità del lettore si presenta qui di seguito il testo della recensione redatto lo scorso anno dalla dottoressa Poggi.

 

IL FINGOLIMOD E’ EFFICACE NELLA SCLEROSI MULTIPLA GRAZIE AL SUO MECCANISMO D’AZIONE

 

Nello studio della sclerosi multipla ha acquisito una notevole importanza un lisofosfolipide, la sfingosina 1-fosfato (S1P), per la scoperta dell’attività del composto FTY720 o fingolimod che, di recente, è stato approvato come farmaco per il trattamento orale delle forme più comuni della malattia, ossia quelle recidivanti. Il profilo di sicurezza di FTY720 è stato studiato in modo approfondito facendo riferimento all’esperienza di oltre 4.500 pazienti volontari/anno, parte dei quali al loro settimo anno di trattamento. Negli studi di fase III sono stati segnalati rari e lievissimi effetti collaterali, a fronte di un’efficacia notevole, sicché si prospettano condizioni di impiego clinico veramente confortanti[1].

Il principale meccanismo d’azione del farmaco, secondo quanto è stato finora accertato, è di tipo immunologico[2] e si effettua mediante un metabolita fosforilato attivo, FTY-720-P, che assomiglia ad S1P ed è in grado di alterare il traffico dei linfociti, agendo sul sub-tipo recettoriale S1P1. Ma, Choi e collaboratori del Department of Molecular Biology, Dorris Neuroscience Center, The Scripps Research Institute, La Jolla, e del Biomedical Sciences Program, University of California at San Diego, hanno messo in dubbio che questo meccanismo sia il solo responsabile dell’efficacia della molecola e, in base ai risultati di precedenti studi di espressione ed analisi in vitro dei recettori S1P, hanno ipotizzato che il fingolimod possa agire direttamente sul sistema nervoso centrale mediante la modulazione dei recettori posti sui neuroni e sulle cellule della glia. I risultati confermano tale ipotesi, indicando la possibilità che una parte consistente degli effetti terapeutici della molecola sia da ascrivere ad un’azione recettoriale centrale diretta, per la quale i ricercatori identificano anche le cellule prevalentemente implicate (Choi J. W, et al. FTY720 (fingolimod) efficacy in an animal model of multiple sclerosis requires astrocyte sphingosine 1-phosphate receptor 1 (S1P1) modulation. Proceedings of the National Academy of Sciences USA 108 (2), 751-756, 2011).

Per identificare le cellule del sistema nervoso centrale che contribuiscono funzionalmente all’attività di FTY720, i ricercatori hanno combinato un approccio genetico con analisi cellulari e molecolari. La sperimentazione è stata condotta con ceppi di topo mutanti condizionali, null per S1P1 nelle linee cellulari del sistema nervoso. Nei roditori è stato indotto il modello sperimentale più comune di sclerosi multipla, ossia l’encefalomielite autoimmune sperimentale (EAE), e per la misurazione degli esiti è stata adottata una valutazione funzionale basata su criteri clinici.

Tutti i mutanti condizionali null presentavano un traffico linfocitario che rispondeva normalmente a FTY720. In forte contrasto, l’EAE era attenuata e l’efficacia di FTY720 si perdeva nei mutanti che nel sistema nervoso centrale mancavano di S1P1 sugli astrociti esprimenti GFAP, ma non sui neuroni. Studi di ibridizzazione in situ hanno confermato che la perdita del recettore astrocitario costituiva l’alterazione-chiave nei mutanti affetti.

La riduzione del punteggio clinico dell’EAE corrispondeva perfettamente alla riduzione della demielinizzazione, della perdita degli assoni e dell’astrogliosi. Il recupero dei recettori e gli esperimenti farmacologici hanno confermato come meccanismo primario dell’azione di  FTY720 la perdita del recettore S1P1 sugli astrociti attraverso un antagonismo funzionale con FTY720-P.

I dati emersi da questo studio sembrano identificare quale modalità prevalente alla base dell’efficacia del fingolimod un meccanismo d’azione non immunologico e diretto sugli astrociti nel sistema nervoso centrale. In attesa di ulteriori verifiche sperimentali, quanto emerso da questo studio implica che, più in generale, la via di segnalazione di S1P può essere un target per future terapie (Ludovica Roversi Poggi – BM&L-22 gennaio 2011).

 

Lo stesso giorno della presentazione del fingolimod da parte della casa farmaceutica ai medici italiani, per iniziativa del professor Giovanni Rossi, si è tenuto nella sede romana della società un incontro, nel corso del quale sono stati discussi molti aspetti della ricerca sulla terapia della sclerosi multipla, incluso l’intervento chirurgico proposto dal professor Zamboni dell’Università di Ferrara nei pazienti affetti da insufficienza venosa cerebrospinale cronica associata al quadro patologico-clinico della sclerosi multipla (si veda in “Note e Notizie 18-12-10 Sclerosi Multipla e insufficienza venosa cerebrospinale cronica (CCSVI): comunicazione della Società Nazionale di Neuroscienze”).

Al termine dell’incontro alcuni medici, ospiti di membri della società, hanno discusso di aspetti pratici della terapia con fingolimod, fra i quali è stato menzionato il rimborso ai pazienti del costo del farmaco da parte del SSN.

 

L’autore della nota ringrazia il Presidente della Società Nazionale di Neuroscienze, Giuseppe Perrella, con il quale ha discusso l’argomento trattato, e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Simone Werner

BM&L-18 febbraio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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La Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, affiliata alla International Society of Neuroscience, è registrata presso l’Agenzia delle Entrate di Firenze, Ufficio Firenze 1, in data 16 gennaio 2003 con codice fiscale 94098840484, come organizzazione scientifica e culturale non-profit.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 



[1] Per ulteriori dati di interesse medico si vedano i due seguenti lavori sul New England Journal of Medicine: 1) Cohen J. et al. Oral Fingolimod vs. Intramuscular Interferon in Relapsing Multiple Sclerosis. N Eng J Med 362:402-415, 2010;
2) Kappos L. et al. A Placebo-Controlled trial of Oral Fingolimod in Relapsing Multiple Sclerosis.
N Eng J Med 352: 5, 2010.

[2] In vari studi farmacologici il fingolimod è stato considerato il capostipite di una nuova classe di farmaci: i modulatori della sfingosina 1-fosfato (S1P), che agiscono sequestrando alcune cellule immunitarie (linfociti) nei linfonodi, così che queste non possono più raggiungere il sistema nervoso centrale e contribuire alla genesi del danno autoimmune. Il cosiddetto “sequestro linfocitario” operato da FTY720 è un fenomeno reversibile: l’interruzione del trattamento riporta in breve il numero dei linfociti circolanti ai valori normali.