La lebbra e la biografia esemplare di Linda Faye Lehman

                                                                                                                                           

 

ISABELLA FLORIANI

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 04 febbraio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: NOTIZIA]

 

Lo scorso 29 gennaio si è celebrata la LIX giornata mondiale dedicata agli ammalati di lebbra, appuntamento annuale istituito nel 1954 da Raoul Follerau come momento di “impegno fondamentale per dare voce agli Ultimi”. In questa occasione, la Società Nazionale di Neuroscienze BM&L-Italia, ha tenuto un incontro volto a far conoscere, soprattutto ai giovani soci, lo straordinario impegno a favore degli ammalati di lebbra della presidente della Società Internazionale di Neuroscienze BM&L-International, Linda Faye Lehman.

I lavori sono stati introdotti dal Professor Giovanni Rossi, presidente della Commissione Scientifica della Società, che ha presentato le relazioni su microbiologia e infettivologia del bacillo di Hansen (dott. Simone Werner) e su psiconeuroimmunologia, psicologia e psicopatologia della malattia leprosica (dott.ssa Giovanna Rezzoni). La professoressa Monica Lanfredini ha proposto prima un interessante excursus storico sulla malattia e sulle condizioni dei malati attraverso i secoli, e poi un racconto biografico delle attività della presidente Lehman, che è anche fra i soci fondatori della nostra società scientifica.

La lebbra, il flagello biblico la cui prima menzione scritta che si conosca pare risalga al 600 a.C., è una malattia infettiva cronica causata da Mycobacterium Leprae o Bacillo di Hansen, caratterizzata da un lunghissimo periodo di incubazione (fino ad alcuni anni) e un lungo decorso, durante il quale le lesioni granulomatose cutanee e mucose (noduli leprosi o lepromi) vanno incontro ad ulcerazione, con mutilazioni deformanti, e compromissione di varie terminazioni nervose periferiche, con comparsa di vaste aree di anestesia cutanea che possono dar luogo a lesioni secondarie. L’Organizzazione Mondiale della Sanità riceve ogni giorno circa 700 comunicazioni di nuovi casi e, nonostante gli sforzi di medici, missionari e volontari delle numerose associazioni umanitarie che intervengono da decenni in tutto il mondo, l’obiettivo dell’eradicazione della malattia dalla zone di endemia sembra ancora molto lontano. Attualmente, le complicanze neurologiche sono ancora una temibile causa di disabilità cronica per un numero notevole di persone, come si può facilmente desumere dal fatto che la lebbra costituisce ancora la prima causa al mondo di neuropatia periferica. Eppure, non si tratta di una malattia intrattabile, ma da tempo guaribile con l’impiego di una terapia standardizzata da circa 32 anni (Dapsone, Clofazimina, Rifampicina: World Health Organization Study Group, Multidrug Therapy, 1981) ed integrata dai più recenti progressi; terapia in grado, se istituita tempestivamente, di prevenire tutte le più gravi complicanze.

Si deve anche tener conto del fatto che le complicanze della lebbra, che comportano mutilazione degli arti, spesso delle dita, cicatrici deformanti e deturpanti, compromissione degli occhi e sequele neurologiche di vario genere e grado, costituiscono delle vere e proprie fonti di patologia psichica e somato-psichica. Oltre a problemi derivanti dall’esclusione e dalla percezione, da parte dell’ammalato, del timore e della repulsione nelle persone che lo circondano, si aggiungono problemi derivanti dall’alterazione dell’immagine di sé. La depressione reattiva, che accompagna in grado maggiore o minore ogni malattia cronica grave, peggiora il quadro, creando condizioni e conseguenze che dipendono tanto dalle caratteristiche psicologiche individuali, quanto dalla realtà culturale e socio-relazionale della persona affetta.

Si comprende l’indignazione dei membri delle associazioni umanitarie nei confronti di tutti i responsabili dei sistemi sanitari dei paesi più colpiti, se si considera che ad oltre mezzo secolo di interventi missionari di cura ed educazione igenico-sanitaria, si può aggiungere che i principali farmaci per la cura della lebbra sono stati messi a disposizione gratuitamente dalla Novartis.

Se molto ancora c’è da fare, veramente tanto è stato fatto, e una parte non secondaria del merito va a persone che hanno saputo unire alla grande competenza professionale una dedizione umana fuori dal comune.

Linda Faye Lehman, esperta di sistema nervoso periferico, dopo aver contratto la lebbra lavorando da missionaria, decise di studiare la riabilitazione degli esiti neurologici di questa malattia, diventando poi supervisore per le due Americhe e per l’Africa dell’American Leprosy Missions (organizzazione che riunisce le principali associazioni mediche missionarie americane che si occupano di lebbra), distinguendosi tra i massimi esperti al mondo di terapia della mano e del piede.

La Lehman, che ha pubblicato per conto dell’Organizzazione Mondiale della Sanità un prezioso manuale sulla prevenzione, la diagnosi e la terapia delle “Buruli Ulcers”, il 23 settembre del 2005 è stata insignita del Paul Wilson Brand Award for Professional Excellence.

 

Isabella Floriani

BM&L-4 febbraio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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