Homer alterata media anomalia di mGluR5 in modello di X-fragile e autismo

                                                                                                                                           

 

NICOLE CARDON

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 04 febbraio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La sindrome dell’X fragile è una fra le principali cause ereditarie di disabilità intellettiva e autismo, la cui patogenesi è oggetto di intensi studi che, di recente, hanno consentito di stabilire un ruolo causale nella fisiopatologia alla accresciuta funzione della subunità 5 (mGluR5) dei recettori metabotropici del glutammato.

Ora, uno studio che ha rivelato nuove funzioni dell’interazione fra la proteina strutturale Homer ed mGluR5, ha delineato un distinto meccanismo alla base delle alterazioni che causano i sintomi dell’autismo e del deficit intellettivo in un modello sperimentale murino dei due disturbi (Ronesi J. A., et al. Disrupted Homer scaffolds mediate abnormal mGluR5 function in a mouse model of fragile X syndrome. Nature Neuroscience [Published online before print doi:10.1038/nn.3033], 2012).

La provenienza degli autori dello studio è la seguente: Department of Neuroscience and Department of Psychiatry, University of Texas Southwestern Medical Center, Dallas, Texas; The Solomon H. Snyder Department of Neuroscience, Johns Hopkins University School of Medicine, Baltimore, Maryland.

La sindrome dell’X fragile o sindrome di Martin-Bell è caratterizzata da una grave alterazione dello sviluppo nervoso, cui consegue un ritardo mentale che esita in deficit intellettivo e si accompagna a disturbi del comportamento e della comunicazione che, pur potendo assumere varie forme di espressione clinica, spesso configurano il tipico quadro dell’autismo infantile. Dopo la sindrome di Down, può ritenersi la forma più frequente di difetto cognitivo su base ereditaria, perché si sviluppa in un bambino ogni 2000 maschi e una bambina ogni 4000 femmine, con prevalenza dimezzata nel sesso femminile in quanto legata al cromosoma X[1]. La mutazione responsabile della sindrome si stima presente nella proporzione di 1:4000 per i maschi e 1:6000 per le femmine. Non è irrilevante notare che il grado di difetto mentale, pur essendo spesso grave, può variare molto ed essere sensibile agli effetti dell’esercizio cognitivo: alcune persone affette sono arrivate a frequentare corsi universitari.

La causa della sindrome consiste in una mutazione nel gene FMR1 (fragile X mental retardation 1) localizzato sul braccio lungo del cromosoma X (Xq27.3), e consistente in ripetizioni abnormi della tripletta CGG nel primo esone. La media di tali repliche nelle persone non affette è di 29; nelle persone portatrici di quella che è stata chiamata “premutazione” il numero va da 55 a 200, mentre, nei casi di completa espressione patologica, le copie della sequenza trinucleotidica sono sempre maggiori di 200, potendo superare le 600 e, in alcuni casi, anche le 1000. Quando CGG supera le 230 ripetizioni, l’intera regione appare metilata e ciascuna citosina nella coppia citosina-guanina porta un gruppo metilico.

La mutazione e la metilazione causano il deficit funzionale del prodotto del gene FMR1, ossia della proteina FMR1, una molecola che lega gli RNA-messaggeri (RNA-binding protein), con effetti molteplici e vari a carico di proteine presenti negli organi e nei tessuti in cui è maggiormente espressa, quali il cervello (deficit cognitivo), il testicolo (macrorchidismo e alterazioni funzionali), i connettivi ed altri tessuti di origine mesenchimale, con lo sviluppo di ipotonia muscolare e tratti dismorfici, quali allungamento del viso, ingrandimento delle orecchie, ecc.

Gli autori dello studio qui recensito forniscono un’evidenza sperimentale che le strutture mGluR5-Homer alterate contribuiscono alla disfunzione di mGluR5 e ai fenotipi nel modello murino della sindrome dell’X fragile Fmr1 knockout (Fmr1-/y).

Nei topi Fmr1-/y, mGluR5 era meno associato alle isoforme lunghe di Homer, e più associato con la breve Homer1a. La delezione genetica di Homer1a ristabiliva la formazione di impalcature molecolari costituite da mGluR5-Homer lunghe, e correggeva vari fenotipi nei topi Fmr1-/y, fra cui la segnalazione alterata di mGluR5, la disfunzione del circuito neocorticale e il comportamento.

In esperimenti in cui si induceva la rottura acuta, mediata da peptide, delle strutture mGluR5-Homer in topi a genotipo naturale, si rilevava la comparsa di molti fenotipi di Fmr1-/y.

E’ interessante notare che, in contrasto, la delezione di Homer1a non ristabiliva l’alterazione della depressione sinaptica di lungo termine (LTD) mGluR-dipendente o il controllo della traduzione degli mRNA bersaglio della proteina FMR1 prodotta dal gene FMR1.

Dal complesso della sperimentazione, per il cui dettaglio si rinvia alla lettura del lavoro originale, si evince che Ronesi e colleghi hanno individuato nuove funzioni per le interazioni mGluR5-Homer nel cervello e delineano distinti meccanismi di disfunzione in un modello murino di deficit cognitivo e autismo.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito), fra le quali vi sono, ad esempio, le seguenti: Note e Notizie 05-11-11 Come la proteina OPHN1 del ritardo mentale X-associato media la memoria;  Note e Notizie 26-05-07 L’X-fragile presenta un minor numero di sinapsi; Note e Notizie 09-02-08 X-fragile corretta nel topo; Note e Notizie 25-04-09 Regolazione del sonno e gene del ritardo X-fragile; Note e Notizie 20-09-08 La traduzione di Arc distingue le LTD; Note e Notizie 28-01-06 Cure materne, stress e metilazione del DNA.

 

Nicole Cardon

BM&L-4 febbraio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Ricordiamo che precocemente nello sviluppo dell’embrione di sesso femminile, quando è approssimativamente allo stadio di 1000 cellule, uno dei due cromosomi X viene permanentemente inattivato in tutte le cellule somatiche, ma non in quelle germinali. Il cromosoma che rimane quiescente forma il cosiddetto corpo di Barr, un condensato di eterocromatina ben evidente perchè trattiene più colorante dell’eucromatina. L’inattivazione è apparentemente casuale e, alla fine, si rivela tendenzialmente equilibrata fra i due cromosomi di origine materna e paterna. Questo fenomeno, scoperto da Mary Lyon, è perciò detto “Lyonizzazione”. La denominazione “sindrome del cromosoma X fragile” trae origine dall’apparente fragilità nei preparati citogenetici del cromosoma in corrispondenza del sito del gene portatore della mutazione, consistente nella straordinaria ripetizione della tripletta nucleotidica CGG.