Anoressia: individuato il meccanismo mediato dai recettori D2

                                                                                                                                           

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X – 04 febbraio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Una delle sfide di maggiore interesse per la biochimica di oggi consiste nello stabilire se i recettori accoppiati a proteine G formino, in vivo, omo-oligomeri ed etero-oligomeri funzionanti e fisiologicamente rilevanti. Andras Kern e collaboratori, studiando il meccanismo molecolare dell’anoressia indotta dall’azione agonistica sui recettori D2 della dopamina nei neuroni dell’ipotalamo, hanno verificato se la scomparsa dell’appetito sia la diretta conseguenza della modulazione allosterica da parte dei recettori Apo-grelinici. La sperimentazione ha dimostrato la rilevanza fisiologica dell’eterodimerizzazione dei recettori della grelina e D2 della dopamina nella regolazione del desiderio di assunzione del cibo (Kern A., et al. Apo-Ghrelin Receptor Forms Heteromers with DRD2 in Hypothalamic Neurons and Is Essential for Anorexigenic Effects of DRD2 Agonism. Neuron 73 (2), 317-332, 2012).

Gli autori dello studio provengono dal Department of Metabolism and Aging, The Scripps Research Institute-Scripps Florida (Jupiter, Florida).

Innanzitutto, i ricercatori hanno identificato dei sottoinsiemi di neuroni del cervello che esprimono simultaneamente recettori della dopamina del sottotipo 2 (DRD2) e il recettore della grelina GHSR1a. Poi hanno proceduto studiando mediante microscopia confocale FRET e Tr-FRET i preparati allestiti, in tal modo riuscendo a stabilire la presenza di GHSR1a:DRD2 eteromeri nei neuroni dell’ipotalamo.

Lo studio, volto ad accertare la valenza funzionale dei complessi molecolari, si è avvalso dell’impiego della cabergolina, un composto che agisce da agonista dei recettori D2, con il quale sono stati trattati vari ceppi di topi. Come previsto, la cabergolina ha indotto anoressia nei topi a genotipo naturale (wild-type), ma anche nei roditori knockout per il gene della grelina, cioè topi ghrelin-/-. La somministrazione del D2-agonista alla popolazione murina privata del gene che codifica il recettore della grelina, ghsr-/-, ha prodotto l’interessante risultato di evidenziarne la refrattarietà: questi roditori non diventavano anoressici, suggerendo la dipendenza dell’effetto da GHSR1a, ma non dalla grelina.

Lo studio seguente ha portato al chiarimento del meccanismo, in quanto i ricercatori hanno rilevato che la formazione degli eteromeri GHSR1a:DRD2 modificava allostericamente la segnalazione canonica dipendente dai recettori D2, risultando in una mobilizzazione di [Ca2+]i dipendente dalla subunità Gβγ e indipendente dall’attività basale di GHSR1.

A questo punto, i quattro ricercatori della Florida hanno provato a verificare l’effettivo ruolo funzionale del meccanismo molecolare dedotto dagli esperimenti, inattivandolo per vedere se in sua assenza fosse ancora possibile indurre anoressia mediante l’azione agonistica sui DRD2. A tal fine, hanno impiegato il composto JMV2959: un antagonista altamente selettivo di GHSR1a. Il risultato non ha lasciato adito a dubbi, mostrando il blocco dell’induzione dell’anoressia da parte della cabergolina.

I risultati di questo studio sono veramente interessanti, e la loro conferma mediante ulteriori esperimenti appare decisiva per poter nutrire speranze circa la possibilità di sviluppare un nuovo trattamento farmacologico di forme gravi di anoressia a patogenesi neuroipotalamica. I vantaggi, rispetto alle attuali possibilità terapeutiche, sono evidenti: inibire la segnalazione dopaminergica selettivamente in un sottoinsieme di neuroni mediante un antagonista di GHSR1a non influenzerebbe gli altri neuroni esprimenti solo i recettori DRD2, evitando effetti collaterali ed azioni indesiderate, comprese quelle più subdole perché difficilmente riconoscibili.

 

L’autrice della nota ringrazia il presidente Perrella, con il quale ha discusso l’argomento trattato, la dottoressa Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Diane Richmond

BM&L-4 febbraio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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