Nuova terapia dei gliomi maligni con cellule staminali

                                                                                                                                           

 

NICOLE CARDON

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno X - 14 gennaio 2012.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il glioblastoma multiforme è il più frequente tumore cerebrale primitivo dell’adulto e la più maligna fra le neoplasie della glia, pertanto il problema dell’individuazione di terapie più efficaci di quelle attualmente impiegate per questa patologia è considerato di notevole importanza ed urgenza.

Per glioblastoma multiforme, termine impiegato per la prima volta da F. B. Mallory nel 1914 e corrispondente al glioblastoma della classificazione WHO (IV grado), attualmente si intende una neoplasia anaplastica della glia del sistema nervoso centrale costituita da cellule astrocitiche poco differenziate, polimorfe, con marcate atipie nucleari e intensa attività mitotica. L’aspetto istologico di questa neoplasia, al quale si deve la definizione di “multiforme”, è spesso caratterizzato da una morfologia cellulare varia ed eterogenea che fa rilevare cellule fusiformi alternate a cellule rotondeggianti, elementi di piccolissime dimensioni accanto ad elementi cellulari giganti, così come agglomerati di nuclei dall’aspetto disordinato in una matrice disorganizzata. La massima parte delle diagnosi individua le masse nella sostanza bianca sottocorticale degli emisferi e solo di rado in sedi superficiali; il tronco encefalico è sede più raramente interessata ed ancor meno frequenti sono le localizzazioni cerebellari e spinali. La distribuzione percentuale nei lobi dell’encefalo è la seguente: lobo temporale 31%, parietale 24%, frontale 23% e occipitale 16%; la localizzazione fronto-temporale si considera tipica.

Sebbene la combinazione dei trattamenti chirurgico, chemioterapico e radiante riesca ad ottenere spesso buoni risultati in termini di sopravvivenza, si è ancora lontani dal poter disporre di terapie che migliorino drasticamente la prognosi nella maggior parte dei casi.

Timo M. Kauer e colleghi hanno impiegato un nuovo approccio sperimentale alla terapia di questa neoplasia, usando cellule staminali incapsulate in una matrice extracellulare sintetica biodegradabile in modelli murini di glioblastoma multiforme umano, con risultati notevolmente positivi (Kauer T. M., et al. Encapsulated therapeutic stem cells implanted in the tumor resection cavity induce cell death in gliomas. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.3019], 2012).

Questa la provenienza degli autori del lavoro: Massachusetts General Hospital (Molecular Neurotherapy and Imaging Laboratory, Department of Radiology, Department of Neurology) Harvard Medical School, Boston; Harvard Stem Cell Institute, Harvard University, Cambridge, Massachusetts.

La prospettiva dell’impiego di cellule staminali terapeuticamente ingegnerizzate nel trattamento del glioblastoma multiforme, sulla scorta di quanto emerso dalla ricerca recente, ha indotto l’allestimento di studi preclinici allo scopo di verificare l’efficacia nell’animale ed eventualmente tradurre in equivalente clinico il procedimento impiegato.

Kauer e colleghi, in modelli murini di resezione del glioblastoma umano, hanno impiantato cellule staminali terapeutiche incapsulate in una matrice extracellulare sintetica e biodegradabile (sECM, da synthetic extracellular matrix) nella cavità di resezione della neoplasia.

Usando tecniche di imaging multimodali, i ricercatori hanno innanzitutto documentato l’azione chirurgica sulle masse tumorali di glioblastoma multiforme umano (hGBM, da human glioblastoma multiforme) indotto nel cervello di topo, registrando l’effetto dell’aumentata sopravvivenza degli animali operati. Poi hanno verificato che, l’incapsulamento in sECM di staminali ingegnerizzate, aumentava la loro ritenzione nella cavità di resezione del tumore, permetteva la migrazione tumore-selettiva e il rilascio di proteine diagnostiche e terapeutiche in vivo.

In particolare, simulando lo scenario clinico di un trattamento del glioblastoma, il rilascio di S-TRAIL (secretable tumor necrosis factor apoptosis inducing ligand) selettivo per il tumore, da parte delle cellule staminali incapsulate in sECM nella cavità di resezione della neoplasia gliale, eradicava le cellule residue del glioma inducendo apoptosi mediata da caspasi, ritardava la ricrescita neoplastica ed aumentava in maniera significativa la sopravvivenza dei topi.

Nel complesso la sperimentazione, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura del lavoro originale, dimostra in maniera convincente l’efficacia terapeutica delle cellule staminali incapsulate nei modelli murini di resezione del glioblastoma multiforme umano, tanto da costituire un riferimento affidabile per l’avvio di una sperimentazione clinica.

 

L’autrice della nota, che ha discusso l’argomento trattato con il presidente Perrella, ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Nicole Cardon

BM&L-14 gennaio 2012

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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