Neuroni derivati da staminali umane adottano e regolano la funzione di una rete

                                                                                                                                           

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 03 dicembre 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Un resoconto di inizio del terzo millennio deve registrare che le grandi aspettative nutrite nei decenni precedenti sull’efficacia terapeutica delle cellule staminali, soprattutto per le gravi malattie degenerative del sistema nervoso centrale, sono state in gran parte deluse, e l’impressionante mole di lavoro sperimentale condotto in questo campo ha prodotto più domande e problemi che risposte e soluzioni. Le numerose conferme dell’efficacia della terapia cellulare sostitutiva ottenute nella sperimentazione in vitro e in vivo, soprattutto nelle specie murine, non hanno avuto un riscontro altrettanto favorevole nella più limitata esperienza di trials clinici per terapie sperimentali con cellule staminali, ad esempio, in pazienti affetti dalle malattie di Parkinson e di Alzheimer.

Un interrogativo al quale la ricerca di base non ha, fino ad oggi, dato una risposta definitiva è se i neuroni derivati dalle cellule staminali embrionali umane si possano pienamente integrare in una rete neurale pre-esistente ed esercitare al suo interno una funzione di regolazione; in altri termini, se possono effettivamente contribuire in modo fisiologico all’elaborazione dell’informazione del sistema di neuroni che li ospita.

Jason P. Weick, in un lavoro condotto con Liu e Zhang, sembra fornire, con evidenze sperimentali significative, una risposta inequivocabile (Weick J. P., et al. Human embryonic stem cell-derived neurons adopt and regulate the activity of an established neural network. Proceedings of the National Academy of Science USA [Epub ahead of print doi:10.1073/pnas.1108487108], 2011).

La provenienza degli autori dello studio è la seguente: Weisman Center, Neuroscience Training Program, Departments of Neuroscience and Neurology and School of Medicine and Public Health, University of Wisconsin-Madison (Madison, WI). Non è irrilevante che il lavoro sia stato edito da Fred H. Gage, genetista del Salk Institute di San Diego (CA)[1].

La sperimentazione ha dimostrato, sia in vivo che in vitro, che i neuroni derivati da cellule staminali embrionarie umane (hESC, da human Embrionic Stem Cell) ricevono correnti post-sinaptiche unitarie e adottano l’andamento di scarica ritmica delle reti della corteccia cerebrale del topo, mediante integrazione sinaptica.

La stimolazione ottica dei neuroni hESC-derivati esprimenti la Channelrhodopsin-2 era  in grado di produrre la genesi di correnti post-sinaptiche sia inibitorie che eccitatorie e poteva innescare la scarica di rete nei neuroni di topo.

I ricercatori hanno trapiantato neuroni hESC-derivati nell’ippocampo di topi adulti ed hanno valutato il loro stato funzionale mediante stimolazione luminosa. In preparazioni di sezioni acute di ippocampo, l’azione di stimolo mediante la luce delle cellule nervose di origine umana induceva correnti post-sinaptiche nei neuroni ippocampali murini.

Il complesso della sperimentazione, per la cui descrizione dettagliata si rimanda alla lettura integrale del lavoro originale, dimostra che i neuroni derivati da cellule staminali embrionarie umane possono inserirsi nel contesto di reti neurali naturali funzionanti e, attraverso l’integrazione sinaptica funzionale, possono partecipare alla fisiologia delle reti e modularne l’attività. Su questa base appare evidente che questi neuroni, originati da staminali umane, sono in grado di contribuire all’elaborazione dell’informazione della rete neurale in cui sono inserite, in vitro e in vivo.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Diane Richmond

BM&L-03 dicembre 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Fred Gage condivide con il gruppo di ricerca afferente ad Elizabeth Gould il merito di essere fra i primi ricercatori ad aver documentato processi di neurogenesi nel cervello umano adulto, solo ipotizzati dopo il rinvenimento in altri mammiferi che aveva fatto seguito alla scoperta della neurogenesi nel cervello di uccelli adulti da parte di Fernando Nottebohm.