Sintomi del Parkinson migliorati dal feedback basato sulla fMRI

                                                                                                                                           

 

LORENZO L. BORGIA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 26 novembre 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il meccanismo di regolazione a feedback di varie funzioni dell’organismo ha suggerito l’impiego di metodiche che, basandosi sul monitoraggio strumentale di processi fisiologici, possono fornire dati che consentono ad una persona di intervenire modulando a feedback, mediante un apparecchio, un proprio parametro sregolato. Ad esempio, con gli apparecchi di biofeedback, che si usano già da decenni in terapia, un paziente può imparare a controllare la propria frequenza cardiaca, la pressione arteriosa e le cefalee da tensione. Il neurofeedback basato sull’Elettroencefalogramma (EEG) si è rivelato utile in alcuni casi per controllare l’epilessia, il deficit dell’attenzione e sindromi neuroevolutive dello spettro dell’autismo.

L’avvento della risonanza magnetica funzionale (fMRI) in tempo reale (RT-fMRI) ha esteso la possibilità di monitorare l’attività cerebrale al modellamento dell’apprendimento motorio. Leena Subramanian e collaboratori hanno accertato che il neurofeedback basato su fMRI in tempo reale è in grado di migliorare la sintomatologia di pazienti affetti da malattia di Parkinson in fase iniziale (Subramanian L., et al. Real-Time Functional Magnetic Resonance Imaging Neurofeedback for Treatment of Parkinson’s Disease. The Journal of Neuroscience 31 (45), 16309-16317, 2011).

Gli autori dello studio lavorano presso l’Institute of Cognitive Neuroscience, University College London; Department of Cognitive Neuroscience, Maastricht University, The Nederlands; Bangor University (UK); Cardiff University (UK); Brunel University (UK).

L’autoregolazione dell’attività cerebrale basata sul feedback in tempo reale del segnale fMRI sta emergendo come una nuova procedura terapeutica molto promettente. Subramanian e colleghi hanno sperimentato la tecnica in persone affette da malattia di Parkinson, allo scopo di verificare se i pazienti riuscissero a modulare l’attività cerebrale in modo da migliorare la prestazione motoria.

I cinque pazienti che hanno sperimentato la procedura, hanno imparato ad accrescere l’attività nell’area motoria supplementare in due sessioni di fMRI, impiegando immagini del movimento. I volontari sono riusciti ad ottenere un’attivazione, in quest’area del cervello, della stessa entità di quella registrata durante una procedura di localizzazione con movimenti aperti. Concomitantemente, hanno fatto registrare un miglioramento nella velocità dei movimenti (misurata come finger tapping) e nel livello di gravità dei sintomi motori secondo una valutazione clinica standardizzata: 37% di miglioramento nella stima della Unified Parkinson’s Disease Rating Scale (UPDRS).

L’attivazione cerebrale durante il neurofeedback è stata osservata anche in altre aree motorie della corteccia cerebrale e dei nuclei della base encefalica, quale il nucleo pallido, e in una importante struttura motoria del diencefalo, quale è il nucleo subtalamico, ossia tutte formazioni grigie connesse con l’area motoria supplementare e con strutture cruciali nella fisiopatologia del morbo di Parkinson.

Un gruppo di controllo di cinque pazienti, il cui quadro clinico per stadio evolutivo e caratteristiche sintomatologiche corrispondeva a quello dei cinque volontari che hanno impiegato l’auto-modulazione e il cui trattamento era sostanzialmente identico, è stato sottoposto alla stessa procedura, ma non ha ricevuto il feedback relativo all’attività della propria area motoria supplementare.

L’esito registrato in questi cinque pazienti, che si sono offerti volontari per il confronto necessario alla valutazione di efficacia, non dà adito a dubbi: nessun controllo sull’attivazione dell’area motoria supplementare e nessun miglioramento motorio registrabile con la UPDRS.

I risultati di questo studio dimostrano che, con la metodica di neurofeedback basata su fMRI in tempo reale, si può ottenere un’efficace auto-modulazione di circuiti motori corticali e sottocorticali da cui possono derivare reali benefici clinici.

 

L’autore della nota ringrazia il professor Giovanni Rossi, con il quale ha discusso l’argomento trattato, e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Lorenzo L. Borgia

BM&L-26 novembre 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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