Schemi originari comuni nella locomozione dei mammiferi
ROBERTO COLONNA
NOTE
E NOTIZIE - Anno IX - 26 novembre 2011.
Testi pubblicati sul sito
www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind
& Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a
fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta
settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo
staff dei recensori fra quelli
pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui
argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Non
è ancora noto come i movimenti rudimentali evolvano nei sofisticati schemi di
azione di cui sono capaci gli organismi adulti di una specie e l’uomo in
particolare. In genere, si ritiene che i patterns
primitivi di controllo neurale siano soppressi durante lo sviluppo e sostituiti
da schemi interamente nuovi. Nadia Dominici e colleghi hanno identificato i patterns di base dell’attività dei
motoneuroni lombosacrali mediante registrazioni multi-muscolari in neonati, in bambini
nella fascia di età successiva all’acquisizione della deambulazione autonoma (toddlers), in bambini di età prescolare
e adulti (Dominici N., et al. Locomotor
Primitives in Newborn Babies and Their Development. Science 334 (6058), 997-999,
2011).
Gli autori del lavoro, al quale si rimanda per una
dettagliata esposizione della ricerca, provengono dal Laboratorio di Fisiologia
Neuromotoria dell’IRCCS Fondazione Santa Lucia (Roma); dal Centre of Space
Bio-Medicine, Università di Roma Tor Vergata; dal Department of Neuroscience,
University of Minnesota (Minneapolis, USA); dal Dipartimento di Pediatria e
dall’Unità di Neonatologia dell’Università di Roma Tor Vergata (Ospedale
Sant’Eugenio).
Contrariamente a quanto era lecito attendersi
secondo l’opinione corrente, i ricercatori hanno rilevato che due patterns di base dei neonati erano
conservati nel corso dello sviluppo e che a questi si aggiungevano due altri
schemi morfo-funzionali rilevati per la prima volta nella fascia di età dei toddlers.
Configurazioni funzionali marcatamente simili a
queste sono state trovate in mammiferi quali il ratto, il gatto e il macaco. Ma,
ciò che può meravigliare, è che un pattern
sostanzialmente identico è stato individuato anche in una specie aviaria simile
al fagiano (guineafowl)
caratterizzata da un corpo con una prominente convessità dorsale, un collo
sottile e implume, e una testa piccola sormontata da una crestina rigida; gli
esemplari di questa specie si spostano prevalentemente al suolo, impiegando una
modalità di locomozione bipede che è sostanzialmente soggetta agli stessi
vincoli fisici e biologici presenti nei mammiferi.
Tali osservazioni sono coerenti con l’ipotesi
secondo cui, a dispetto di sostanziali distanze filogenetiche e differenze
morfologiche, la locomozione nelle varie specie animali è stata costruita
dall’evoluzione a partire da configurazioni funzionali primitive comuni,
probabilmente correlate con una comune rete neurale ancestrale.
L’autore della nota invita alla
lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle
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