Un mistero del gusto rivelato dal recettore Gr64e

                                                                                                                                           

 

NICOLE CARDON

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 19 novembre 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Dagli insetti ai roditori, dagli equini ai primati, tutti gli animali sottoposti a verifica sperimentale hanno mostrato di gradire il sapore dello zucchero e di preferirlo a quello di molte altre sostanze aggiunte all’acqua o agli alimenti. Il gradimento gustativo pressoché universale del dolce, che nei mammiferi si accompagna ad un’attivazione dei sistemi a ricompensa, ha una spiegazione evoluzionistica nell’essere questo sapore il codice chemocettivo degli alimenti con il più alto valore energetico a parità di peso. Studi recenti hanno anche dimostrato che i roditori preferiscono il saccarosio[1] a molecole di dolcificanti ipocalorici con lo stesso gusto ed identico potere di stimolo dei recettori delle papille gustative: per la scelta risulta decisivo, con un meccanismo molecolare non ancora accertato, il potere calorico che, in millenni di evoluzione animale in ambienti naturali, deve aver rappresentato il principale requisito per proteggere gli organismi dai frequenti rischi di ipoalimentazione ed inedia.

Ma, se si comprende la ragione evoluzionistica del generale gradimento del sapore dolce dei carboidrati semplici, non è altrettanto chiaro perché un animale gradisca o meno bevande ed alimenti caratterizzati da altri tipi di sapore in relazione variabile col potere energetico/calorico. Ad esempio, si sa poco di come stimoli gustativi rappresentati da alimenti o bevande che non sono ricchi di zuccheri dolci, come ad esempio la birra, possano innescare risposte di attrazione in un insetto come il moscerino della frutta e dell’aceto Drosophila melanogaster. Zev Visotsky e colleghi hanno condotto uno studio che ha fornito un’interessante risposta (Visotsky Z., et al. Evolutionary differences in food preference rely on Gr64e, a receptor for glycerol. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.2944], 2011).

I ricercatori, che fanno capo a vari istituti della University of California at Riverside, hanno identificato un membro della famiglia dei recettori gustativi, Gr64e (da Gustatory receptor 64e), come molecola recettoriale richiesta per la preferenza alimentare per la birra ed altre fonti di lievito fermentante.

Gr64e è un recettore gustativo di Drosophila melanogaster, biochimicamente costituito da una molecola polipeptidica di 451 amminoacidi per un peso complessivo di circa 52.5 kDa, e geneticamente codificato da Gr64e (CG14988), un gene localizzato sul braccio lungo del cromosoma 3.

La sperimentazione ha evidenziato che Gr64e è richiesto per le risposte neuroniche e comportamentali al glicerolo, un componente importante del lievito in crescita e dei prodotti di fermentazione.

L’induzione di espressione ectopica di Gr64e in un neurone olfattivo dell’insetto, ha conferito a questa cellula nervosa la capacità di risposta al glicerolo.

Visotsky e colleghi hanno poi osservato che le specie di Drosophila portatrici di pseudogeni di Gr64e presentavano una sensibilità ridotta al glicerolo.

Il complesso dei dati emerso dalla sperimentazione, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura integrale del testo del lavoro originale, fornisce elementi di conoscenza sui meccanismi molecolari del gradimento alimentare dei prodotti del lievito e suggeriscono la possibilità che Gr64e contribuisca a specifiche variazioni evolutive nella selettività appetitiva fra le specie di Drosophila.

 

L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per la correzione della bozza e invita alla lettura delle recensioni di lavori di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (utilizzare il motore interno nella pagina “CERCA” del sito).

 

Nicole Cardon

BM&L-19 novembre 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Ricordiamo che il saccarosio, nome chimico dello zucchero presente in tutte le case, è un disaccaride costituito da glucosio – immediatamente utilizzabile mediante glicolisi – e fruttosio, generalmente convertito prima in glucosio e poi metabolizzato per la produzione di energia.