Amigdala e striato si integrano in processi di apprendimento

                                                                                                                                           

 

ROBERTO COLONNA

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 24 settembre 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

Il ruolo dello striato nell’apprendimento associativo è noto da tempo ed è stato estesamente indagato; più di recente è stata implicata anche l’amigdala in questa forma di apprendimento. Gli studi realizzati sulla base dell’approccio computazionale hanno consentito di caratterizzare coerentemente il contributo dello striato ma, per quanto riguarda il complesso nucleare amigdaloideo, finora non sono stati prodotti dati certi.

Jian Li e colleghi della New York University, della University of Maryland School of Medicine, Baltimore (Maryland) e del National Institute on Drug Abuse (NIDA), Baltimore (Maryland), hanno impiegato l’approccio dell’apprendimento computazionale per esaminare il contributo dell’amigdala, ottenendo risultati veramente degni di nota (Li J., et al. Differential roles of human striatum and amygdala in associative learning. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.2904], 2011).

Lo striato, spesso suddivido in neostriato, costituito dal nucleo caudato e dal putamen (parte esterna del lenticolare), e striato ventrale, corrispondente al pallido (globus pallidus), è parte di importanti circuiti modulari che garantiscono molte funzioni cortico-sottocorticali: le più studiate e note da tempo attengono alla fisiologia neuromotoria, ma più di recente è stata identificata, nei circuiti dello striato, la base di processi cognitivi ed emozionali. La base morfofunzionale di questi circuiti assicura un repertorio di memorie non-dichiarative che può modificarsi ed evolvere con l’apprendimento.

Impiegando una prova di apprendimento inverso, i ricercatori hanno rilevato che l’attività del complesso nucleare amigdaloideo dipendente dal livello di ossigeno nel sangue, tracciava l’associabilità, come stimato da un modello computazionale, e la dissociava dalla rappresentazione  striatale del rinforzo dell’errore di previsione.

Questi risultati estendono l’approccio dell’apprendimento computazionale dallo striato all’amigdala, dimostrando i ruoli complementari di queste due formazioni del telencefalo nell’apprendimento avversivo.

 

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Roberto Colonna

BM&L-24 settembre 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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