Armonina inibitrice in sinapsi sensoriali

                                                                                                                                           

 

SIMONE WERNER

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 10 settembre 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La macromolecola polipeptidica harmonin (armonina)[1] è stata caratterizzata in passato come proteina dell’impalcatura sinaptica e le si è riconosciuto un ruolo nella localizzazione della caderina in un’area specifica della membrana stereociliare e nella fase iniziale del processo di meccanotrasduzione nelle cellule ciliate interne. Frederick Gregory e colleghi hanno individuato un meccanismo molecolare mediante il quale l’armonina sembra svolgere la sua funzione nelle sinapsi “a nastro” delle cellule ciliate interne dell’organo acustico del Corti.

 (Gregory F. D. Harmonin inhibits presynaptic Cav1.3 Ca2+ channels in mouse inner hair cells. Nature Neuroscience [Epub ahead of print doi:10.1038/nn.2895], 2011).

La ribbon synapse (o sinapsi “a nastro”) è una giunzione altamente specializzata presente nelle cellule recettrici di alcuni organi sensoriali, quali le cellule che mediano la trasduzione del segnale, come nel caso dei fotorecettori della retina e delle cellule ciliate dell’orecchio interno, o in elementi immediatamente a valle dei recettori primari, come nel caso delle cellule bipolari della retina. Rispetto alle giunzioni interneuroniche tipiche, la differenza morfo-funzionale più evidente è costituita dall’assenza dell’assone e di un potenziale d’azione, sostituiti da un dispositivo di membrana che va incontro a graduali variazioni bioelettriche (potenziale del recettore) che sono proporzionali all’intensità degli stimoli sensoriali e regolano tonicamente il tasso di esocitosi delle vescicole sinaptiche.

Nei fotorecettori e nelle cellule bipolari della retina si rileva una specializzazione presinaptica collegata con i siti di rilascio, che nelle ricostruzioni tridimensionali assume la forma di un nastro. Nelle cellule ciliate vestibolari e nelle cellule ciliate interne dell’organo del Corti[2], i siti di rilascio sono localizzati presso la superficie baso-laterale del corpo cellulare e sono contraddistinti dalla presenza di sfere elettron-dense (corpi densi) che si ritiene siano biochimicamente e funzionalmente simili ai nastri delle sinapsi retiniche, da cui la generalizzazione dell’uso della definizione ribbon synapses.

Gli autori dello studio afferiscono al Department of Molecular Physiology and Biophysics, University of Iowa (USA), ai Departments of Pharmacology and Physiology, Emory University, Atlanta, Georgia (USA) e all’InnerEarLab, University of Goettingen, (Germania).

I ricercatori hanno rilevato un’associazione presinaptica fra l’armonina e i canali del calcio Cav1.3, nelle giunzioni formate dalle cellule ciliate interne del topo.

La sperimentazione ha mostrato che la proteina svolge un’azione inibitoria limitando la disponibilità di questi canali del Ca2+ regolati dal voltaggio, mediante un meccanismo molecolare che impiega una via dipendente dall’ubiquitina.

Ulteriori studi saranno necessari per confermare i risultati ottenuti dal gruppo di Gregory e proseguire nella definizione degli eventi molecolari che hanno luogo in queste giunzioni altamente specializzate, tuttavia la dimostrazione di un ruolo di regolazione dell’armonina si può già ritenere un dato di notevole interesse.

 

Simone Werner       

BM&L-10 settembre 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] La proteina, le cui varianti differiscono notevolmente nella lunghezza della sequenza aminoacidica, forma un complesso con la caderina 23. A seguito di evidenze sperimentali, è stato proposto che armonina, caderina 23 e miosina VIIa, siano parte di un complesso necessario alle stereociglia per formare fasci.

[2] Ricordiamo che nell’organo acustico del Corti si distinguono cellule ciliate interne e cellule ciliate esterne, con ruoli diversi e specifici.