L’ippocampo
è necessario per la familiarità
DIANE RICHMOND
NOTE E
NOTIZIE - Anno IX - 18 giugno 2011.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Si
ritiene che la memoria di riconoscimento sia costituita da due distinte componenti:
rievocazione e familiarità. Le elaborazioni teoriche vedono
concordi i ricercatori che, sulla base di evidenze sperimentali, ritengono
necessario l’intervento dell’ippocampo per i processi neurali alla base
della rievocazione, ossia di quella componente
funzionale che attiene alla capacità di ricordare l’episodio durante il quale
un elemento è stato appreso. Al contrario, non vi è accordo su un ruolo
dell’ippocampo nella familiarità, cioè nella condizione in cui si
sa di aver già incontrato un elemento che si propone alla coscienza, ma non si
riesce a rammentare la circostanza in cui è avvenuto l’apprendimento (es.:
“Questo viso non mi è nuovo, ma dove e quando ho già visto questa persona?”).
Zhuang Song e colleghi di un gruppo di ricerca guidato da Larry R. Squire hanno
studiato il problema in pazienti affetti da lesioni dell’ippocampo ed hanno
ottenuto risultati inequivocabili (Song Z.,
et al. Impaired capacity for
familiarity after hippocampal damage. Proceedings
of the National Academy of Science USA 108
(23): 9655-9660, 2011).
Gli autori dello studio provengono dai Departments of
Psychiatry, Psychology and Neurosciences, University of California, San Diego
(CA); Department of Psychology and Neuroscience Center, Brigham Young
University, Provo (UT); Department of Medicine, IMC, Murray (UT).
I
ricercatori hanno messo alla prova una previsione non intuitiva che deriva
dall’ipotesi secondo cui l’ippocampo svolge un ruolo di supporto selettivo per la rievocazione: i pazienti con lesioni ippocampali dovrebbero avere
esperienze di familiarità nella stessa percentuale e con la stessa intensità
delle persone sane, mentre dovrebbero presentare un grave deficit nella
capacità di rievocare. Secondo questa ipotesi, impiegando metodi che consentono
ai partecipanti alle prove di riferire se ricordano esattamente un elemento
incontrato precedentemente o se semplicemente hanno l’impressione che sia loro
familiare, le persone affette da lesione dell’ippocampo dovrebbero presentare
un’incidenza di familiarità, in assenza
di rievocazione, più alta dei
volontari sani del gruppo di controllo.
I
ricercatori hanno raccolto e ordinato le risposte di forte familiarità e
ricordo di parole precedentemente studiate, ottenendo i tassi di affidabilità (confidence ratings) dei giudizi
Ricordo/Conosco.
E’
risultato che i pazienti, rispetto ai sani, fornivano un minor numero di
risposte “Conosco” (familiarità) di
alta affidabilità, anziché un numero maggiore, come ci si attendeva secondo
l’ipotesi sottoposta al vaglio sperimentale. Il numero di risposte “Conosco”
dei pazienti era minore, poi, di quanto si prevedeva sulla base della
compromissione della capacità di ricordo cosciente. L’analisi dei dati ha
mostrato che questo era vero, a prescindere dal fatto che si considerassero rievocazione e familiarità processi dipendenti o indipendenti.
Gli
esiti di questo studio sembrano indicare che le lesioni dell’ippocampo
invalidano sia i processi neurali alla base della generica familiarità, sia quelli necessari alla precisa ricostruzione cosciente
del ricordo. E’ importante rilevare che, a differenza di quanto è avvenuto in
molti altri studi precedenti, in questo caso la previsione ed il risultato
possono considerarsi indipendenti da qualsiasi modello teorico e conservano
valore anche se i giudizi Ricordo/Conosco non sono indicatori puri di processo per familiarità
e rievocazione.
L’autrice della nota ringrazia la dottoressa Floriani per
la correzione della bozza, e invita alla lettura delle recensioni di argomento
connesso che compaiono nelle “Note e Notizie” (impiegare la pagina “CERCA” del
sito).