Neto1 nel cervello determina distinte funzioni dei recettori kainato

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 04 giugno 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

L’amminoacido glutammato è il principale neurotrasmettitore eccitatorio del cervello e interviene nel mediare l’informazione sensoriale, la coordinazione motoria, le emozioni, la memoria e l’apprendimento. Per avere un’idea dell’importanza della neurotrasmissione glutammatergica, basti pensare che la massima parte del consumo di glucosio e ossigeno dell’encefalo è al servizio delle sinapsi rilascianti glutammato al cuore dell’attività della corteccia cerebrale nel pensiero, dei circuiti riverberanti della base telencefalica nel movimento e dell’ippocampo nel sostegno mnemonico a tutta l’attività psichica, istante per istante.

Nel cervello, i recettori ionotropici del glutammato mediano principalmente la trasmissione eccitatoria rapida. I recettori kainato (KAR)[1], fra le tre classi di recettori ionotropici che hanno per ligando l’acido glutammico, presentano una distribuzione encefalica unica, storicamente definita dal legame con l’acido kainico 3H-radiomarcato.

E’ ben noto che, nel confronto con i KAR ricombinanti espressi da cellule eterologhe, i KAR sinaptici presentano una caratteristica cinetica con un tempo lento di ascesa e caduta, rivelando distinte proprietà delle due specie recettoriali dello stesso tipo. Le ragioni o, meglio, i meccanismi alla base di tale differenza non sono stati ancora identificati.

Christoph Straub e colleghi, studiando questo problema hanno ottenuto risultati interessanti che attribuiscono ad una subunità ausiliaria un ruolo di notevole importanza (Straub C., et al. Distinct functions of kainate receptors in the brain are determined by the auxiliary subunit Neto1. Nature Neuroscience [Advance online publication doi:10.1038/nn.2837], 2011).

Gli autori dello studio fanno capo al Program in Cellular Neuroscience, Neurodegeneration and Repair, e al Department of Cellular and Molecular Physiology della Yale University School of Medicine, New Haven, Connecticut (USA).

La sperimentazione condotta dai ricercatori dell’Università di Yale ha consentito di accertare che, sia il pattern di legame di alta affinità nel cervello del topo che le proprietà di canale dei KAR nativi, erano determinati da Neto1, una subunità ausiliaria dei recettori kainato.

Infatti, mediante la modulazione dell’affinità di legame degli agonisti e l’off-kinetics dei KAR, ma non il traffico di KAR, Neto1 determinava sia il pattern di legame di alta affinità dei KAR, sia la cinetica lenta caratterizzante i KAR post-sinaptici.

Regolando la cinetica della corrente post-sinaptica eccitatoria, Neto1 può controllare la sommazione temporale sinaptica, la genesi del potenziale d’azione e la fedeltà del processo.

 

L’autrice della nota invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”.

 

Diane Richmond

BM&L-04 giugno 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Questi recettori prendono il nome dall’acido kainico o kainato (C10H15NO4 2-carbossi-3-carbossimetil-4-isopropenil-pirrolidina, in sigla: KA) che ne è un potente agonista. Le tre classi di recettori ionotropici del glutammato prendono il nome dall’agonista principale: NMDA, AMPA e KA.