Come
nella malattia di Huntington si altera la codifica della memoria procedurale
LORENZO L. BORGIA
NOTE E
NOTIZIE - Anno IX – 04 giugno 2011.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Nella
malattia di Huntington, prima dello sviluppo della
sintomatologia motoria che orienta la diagnosi, si manifestano deficit cognitivi che sono stati attribuiti alla disfunzione del sistema
dello striato e della corteccia cerebrale, che precede la degenerazione vera e
propria.
Sebastien
Cayzac e collaboratori, sottoponendo al vaglio sperimentale questa ipotesi,
hanno ottenuto informazioni rilevanti sui processi patologici che hanno luogo in vivo, nella via corticostriata
affetta dall’alterazione di Huntington, e causano i difetti nell’elaborazione
cognitiva che si manifestano precocemente (Cayzac
S., et al. Changes in striatal procedural
memory coding correlate with learning deficits in a mouse model of Huntington
disease. Proceedings of the National
Academy of Science USA 108 (22), 9280-9285,
2011).
La
malattia descritta per la prima volta da George Huntington nel 1872[1]
e definita corea per i movimenti
improvvisi, ampi e involontari degli arti, può definirsi un disturbo ipercinetico del movimento,
opposto alla malattia di Parkinson che condiziona sintomi ipocinetici. Inizialmente si manifesta con fenomeni focali, ma
progressivamente si estende ad un numero sempre maggiore di distretti corporei,
fino alla sua completa espressione che si verifica entro i 10 anni dai primi
sintomi. Da questa fase in poi, si inverte la natura delle manifestazioni con
la comparsa di bradicinesia e rigidità che ricordano la sintomatologia
parkinsoniana. Gli aspetti clinici di interesse psichiatrico, che vanno da
sindromi depressive a disturbi del comportamento, in genere si accompagnano a
difetti cognitivo-strumentali o propriamente intellettivi, in una fase in cui
il danno degenerativo non si è ancora sviluppato.
Cayzac
e colleghi lavorano presso l’Università di Bordeaux, Institut de Neurosciences
Cognitives et Intégratives d’Aquitaine, CNRS, Unité Mixte de Recherche 5287
(Talence, Francia).
Per
verificare l’ipotesi dell’alterazione cortico-striata alla base dei disturbi
cognitivi precoci, i ricercatori hanno esaminato, in topi transgenici R6/1
ancora privi di sintomatologia motoria e impegnati in una prova di apprendimento procedurale, le proprietà di risposta e
scarica di singoli neuroni e l’attività dei campi locali nella corteccia e nelle formazioni dello striato. La
prestazione della prova impiegata è strettamente dipendente dall’integrità
della corteccia e dei nuclei della base.
Il
risultato di questi esperimenti è veramente eloquente: nei topi R6/1,
confrontati con un gruppo di controllo a genotipo naturale, durante la codifica
neurale per la prova, si assisteva ad una drammatica riduzione del reclutamento dei neuroni
di proiezione
striatali vulnerabili al danno, mentre l’attivazione degli interneuroni
rimaneva pressoché inalterata. Il mancato reclutamento era strettamente
associato alla manifestazione di gravi deficit nell’apprendimento procedurale.
L’osservazione
ha proposto anche un’altra particolarità degna di nota: i topi R6/1
presentavano un’oscillazione unica ad alta
frequenza γ nello
striato e nella corteccia.
Nel
complesso la sperimentazione, per il cui dettaglio si rimanda alla lettura del
lavoro originale, fornisce informazioni cruciali per la comprensione dei
processi cellulari mediante i quali le mutazioni responsabili della malattia di
Huntington riducono ed alterano le funzioni cognitive prima dello sviluppo
delle lesioni degenerative e dei sintomi motori.
L’autore della nota invita alla lettura delle recensioni di
argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”.
[1] Per una trattazione dettagliata della malattia di Huntington si vedano i capitoli sulle malattie da triplette ripetute e sulla degenerazione dei nuclei della base in G. Perrella, Appunti di Neurochimica. BM&L, Firenze 2006.