Come
diventa cosciente un elemento informativo
SIMONE WERNER
NOTE E
NOTIZIE - Anno IX - 21 maggio 2011.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Due
neuroscienziati del calibro di Stanislas Dehaene e Jean-Pierre Changeux hanno
esaminato i lavori sperimentali e gli studi teoretici più recenti sulle basi
neurali della coscienza, focalizzando l’attenzione su un argomento circoscritto
e ben definito: in che modo un elemento informativo accede all’elaborazione
cosciente (Stanislas Dehaene &
Jean-Pierre Changeux, Experimental and Theoretical Approaches to Conscious
Processing. Neuron 70 (2), 220-227, 2011).
Stanislas
Dehaene, matematico e neurofisiologo, noto al grande pubblico per gli studi
sulla base neurale dei numeri e sulla cognizione dei lattanti, lavora presso il
Cognitive Neuroimaging Unit dell’INSERM e insegna presso l’Università Parigi
11, Orsay. Jean-Pierre Changeux, decano dei neuroscienziati francesi e noto
anche ai non specialisti per saggi come L’uomo
neuronale, che associano ad una visione rigorosamente biologica dei
processi mentali la capacità di interrogarsi sui grandi temi delle scienze
umane, è professore dell’Istituto Pasteur del CNRS di Parigi e del Collegio di
Francia.
Il
passaggio di un segmento di informazione proveniente dall’interno o acquisito
con l’esopercezione, dall’ambito dell’inconsapevolezza a quello dell’esperienza
cosciente, può essere documentato sulla base di una transizione caratterizzata
dall’esistenza di un’esperienza soggettiva riferibile. Dati neuropsicologici e
di neuroimaging acquisiti durante
minimi contrasti sperimentali fra elaborazione conscia ed inconscia hanno
consentito il rilievo di misure neurali oggettive dell’accesso cosciente:
1)
amplificazione
ritardata di attività sensoriale rilevante;
2)
sincronizzazione
cortico-corticale a lunga distanza sulle frequenze gamma e beta;
3)
accensione
di una rete di larga scala prefrontale-parietale.
Dehaene e Changeux hanno posto in relazione questi dati con
i principali modelli teorici correnti dell’elaborazione cosciente, fra i quali
il noto modello GNW (Global Neuronal Workspace), secondo il quale l’accesso
alla coscienza si verifica quando l’informazione in arrivo è resa globalmente
disponibile a molti sistemi cerebrali attraverso una rete di neuroni con assoni
di lungo raggio densamente distribuiti nelle regioni corticali prefrontale,
parieto-temporale e cingolata.
Le conseguenze delle interpretazioni dei dati in coerenza
con le previsioni dei modelli comporta interessanti implicazioni per la comprensione
più dettagliata delle basi dell’anestesia generale, del coma, dello stato
vegetativo ed anche di patologie psichiatriche come la schizofrenia.
La discussione degli autori, così come il dettaglio dei
lavori recensiti, meritano davvero di essere letti.