Basi neuroanatomiche distinte per la conoscenza tematica e tassonomica

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 21 maggio 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

La memoria dichiarativa, ossia il patrimonio di conoscenze ed esperienze ricordate cui la coscienza può accedere liberamente e direttamente, si distingue in memoria episodica, ovvero il complesso di ricordi in gran parte autobiografici attinenti agli episodi di cui si compone la vita vissuta, e memoria semantica, ossia l’insieme delle nozioni, dei dati, dei concetti e delle associazioni fra loro di elementi verbali, numerici e simbolici in genere, e di questi con contenuti concettuali, che registriamo o che deliberatamente fissiamo in mente come quando studiamo. La nostra memoria semantica, di gran lunga la forma più impiegata di memoria dichiarativa, contiene un gran numero di nomi di persone che conosciamo, di città, di fiumi, di monti, di laghi, eccetera, ma anche tante nozioni studiate nei nostri corsi di studi, come quelle di anatomia e fisiologia del sistema nervoso centrale che possono aiutare a comprendere questo scritto.

I processi neurali connessi con la formazione e l’utilizzo della memoria semantica sembrano essere alla base di due importanti abilità cognitive: 1) l’identificazione delle categorie cui appartengono gli oggetti, 2) il riconoscimento delle relazioni tematiche intercorrenti fra oggetti.

La prima abilità consiste nell’assegnare, ad esempio, una mela, un’arancia o delle ciliegie alla categoria della frutta, così come includere forchette, coltelli e cucchiaini nella categoria delle posate. La seconda abilità consente di associare un palcoscenico ad uno spartito musicale e un verme ad una mela. La distinzione fra queste due abilità, razionalmente fondata sull’applicazione della logica alla cognizione umana, da tempo in neuropsicologia si considera alla stregua di una differenza basata su processi neurofunzionali diversi, anche se non è nota l’esatta base neurale di queste due prestazioni cognitive legate alla memoria semantica.

Myrna Schwartz e colleghi del Moss Rehabilitation Institute in Philadephia, del Department of Neurology, University of Pennsylvania, e del Department of Psychology, University of Illinois, hanno indagato le basi neuroanatomiche della conoscenza tassonomica e tematica, fornendo un risultato convincente (Schwartz M. F., et al. Neuroanatomical dissociation for taxonomic and thematic knowledge in the human brain. Proceedings of the National Academy of Science USA [Advance online publication], 2011)[1].

Sulla base dell’ipotesi che la memoria semantica rappresenti le informazioni tassonomiche in maniera diversa da quelle tematiche, i ricercatori hanno indagato le basi neurali della distinzione seguendo una procedura diversa da quelle consuete. Sono stati raccolti e studiati gli errori semantici di denominazione di figure commessi da 86 volontari afasici, il cui disturbo acquisito del linguaggio era stato causato da ictus cerebrovascolare ischemico (post-stroke language impairment) con conseguente danno tessutale da infarto localizzato nell’emisfero sinistro. Il tasso di risposte inesatte è stato determinato separatamente per gli errori tassonomici e semantici, e la varianza condivisa è stata eliminata da ciascuna misura. Successivamente, gli errori sono stati posti in relazione con le aree danneggiate secondo la topografia rilevata mediante la risonanza magnetica nucleare (RMN).

Normalizzando le lesioni segmentate in rapporto ad un template comune, gli autori del lavoro hanno ricavato una mappatura, separata per ogni tipo di errore, del rapporto sintomo-lesione basata sul voxel[2].

Gli errori nell’identificazione delle categorie di oggetti avevano corrispondenza topografica nell’area emisferica superficiale identificabile con il lobo temporale anteriore sinistro (ATL, da anterior temporal lobe); al contrario, il mancato riconoscimento di relazioni tematiche fra le immagini di oggetti presentate, corrispondeva a lesioni localizzate nella giunzione temporoparietale di sinistra (TPJ, da temporoparietal junction).

Studi precedenti hanno implicato l’attività di entrambe queste regioni, ATL e TPJ, nei processi della memoria semantica, anche se non sono stati compiuti sforzi per distinguere eventuali ruoli diversi delle popolazioni neuroniche appartenenti a queste due diverse aree del telencefalo.

L’insieme dei dati emersi, interpretato alla luce delle conoscenze pregresse e delle nozioni consolidate in questo campo, ha indotto gli autori dello studio ad ipotizzare che la ATL sinistra comunichi ai sistemi lessicali del cervello informazioni relative ad elementi degli oggetti, mentre la TPJ comunicherebbe l’informazione concettuale che potrebbe aiutare il cervello ad assegnare ruoli agli oggetti in rappresentazioni di eventi come quelli evocati durante le prove. Il contributo di queste due regioni alla memoria semantica sarebbe, in tal modo, specifico e ben distinto.

Se il prosieguo della ricerca confermerà questi dati, si potrà affermare di aver identificato la base cerebrale di una distinzione che ha una lunga tradizione nel campo neuropsicologico e cognitivo e che, a torto, da alcuni era stata considerata arbitraria.

 

L’autrice della nota, che ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza, invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”.

 

Diane Richmond

BM&L-21 maggio 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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[1] Il lavoro è stato edito da Edward E. Smith della Columbia University, New York.

[2] L’unità di volume corrispondente alla rappresentazione elettronica in punti dello schermo del computer (pixel).