Un fattore sierico modifica l’orologio biologico cellulare degli anziani

 

 

DIANE RICHMOND

 

 

 

NOTE E NOTIZIE - Anno IX - 07 maggio 2011.

Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione “note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori neuroscientifici selezionati dallo staff dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti alla Commissione Scientifica, e notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società Nazionale di Neuroscienze.

 

 

[Tipologia del testo: RECENSIONE]

 

È comune esperienza che l’invecchiamento induce modificazioni nelle fasi del ritmo sonno-veglia e nelle attività fisiologiche correlate, tuttavia si sa ancora poco dei fattori responsabili di questo mutamento di assetto e dei meccanismi mediante i quali si realizza e si mantiene. Il complesso dei cambiamenti si può così sintetizzare: un’anticipazione della fase di attività e disturbi del consolidamento del sonno e della veglia.

Un interessante lavoro, condotto da Lucia Pagani e colleghi, getta luce su un possibile processo all’origine di questo adattamento senile (Pagani L., et al. Serum factors in older individuals change cellular clock properties. Proceedings of the National Academy of Science USA 108 (17), 7218-7223, 2011).

Gli autori della ricerca afferiscono ai seguenti istituti: Neurobiology Laboratory for Brain Aging and Mental Health, Forensic Psychiatry and Centre for Chronobiology, Psychiatric University Clinics, University of Basel (Svizzera); Chronobiology and Sleep Research Group, Institute of Pharmacology and Toxicology, University of Zurich (Svizzera); Allergy Unit, department of Dermatology, University Hospital Basel (Svizzera).

Per cercare di comprendere perché e come questo si verifica, si deve tener conto che, se questo ritmo quotidiano ha un controllo cerebrale centrale, il suo meccanismo è codificato da orologi circadiani cellulari autonomi, attivi in pressoché tutte le cellule del corpo. In realtà, le proprietà dell’orologio cellulare umano misurate in cellule periferiche quali i fibroblasti, riproducono strettamente le proprietà cronobiologiche dell’organismo rilevate negli stessi soggetti con metodi fisiologici e comportamentali.

Lucia Pagani e collaboratori, allo scopo di individuare il processo mediante il quale l’invecchiamento nell’uomo modifica il ritmo nictemerale, hanno caratterizzato le proprietà cronometriche di fibroblasti in coltura, ottenuti da biopsie dermiche di soggetti giovani e anziani.

La lunghezza, l’ampiezza e la fase del periodo dei fibroblasti, sono risultate identiche nelle due fasce di età, accanto alla sussistenza delle tipiche differenze comportamentali, suggerendo che le proprietà dell’orologio biologico delle cellule periferiche non cambiano con l’invecchiamento.

A questo punto, i ricercatori hanno provato a verificare l’ipotesi di una modificazione del cronotipo umano dovuta ad una molecola circolante, ossia ad un fattore sierico agente come un ormone. A tale scopo hanno cimentato gli stessi fibroblasti in coltura con siero di soggetti anziani e giovani.

I risultati sono apparsi molto eloquenti: il siero degli anziani riduceva la lunghezza del periodo ed avanzava la fase dei ritmi circadiani, al contrario di quanto accadeva per effetto del siero di giovani adulti. Risultava evidente la presenza di un fattore presente nel siero, in grado di modificare il profilo cronotipico in relazione all’età.

Gli esperimenti successivi hanno dimostrato che questo effetto era determinato da un fattore termolabile presente solo nel siero degli anziani.

I risultati di questo studio suggeriscono che se l’apparato molecolare degli orologi circadiani periferici non muta con l’età, alcune disfunzioni circadiane clinicamente rilevanti collegate all’invecchiamento, potrebbero avere origine in un’azione ormonale sulla quale si potrebbe agire farmacologicamente.

 

L’autrice della nota, che ringrazia la dottoressa Isabella Floriani per la correzione della bozza, invita alla lettura delle recensioni di argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”.

 

Diane Richmond

BM&L-07 maggio 2011

www.brainmindlife.org

 

 

 

 

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