La
neuroscienza dei difetti di autocontrollo e regolazione
ROBERTO COLONNA
NOTE E
NOTIZIE - Anno IX - 02 aprile 2011.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). La sezione
“note e notizie” presenta settimanalmente note di recensione di lavori
neuroscientifici selezionati dallo staff
dei recensori fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento rientra negli oggetti di studio dei soci afferenti
alla Commissione Scientifica, e
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società
Nazionale di Neuroscienze.
[Tipologia del testo:
RECENSIONE]
Fin
da quando Nauta paragonò la corteccia cerebrale ad un cavaliere che sormonta e
guida le parti sottostanti del cervello come se fossero una cavalcatura, la
neurofisiologia ha attribuito alla corteccia
cerebrale e, più
specificamente, alla neocorteccia
prefrontale un ruolo
fondamentale nella regolazione delle funzioni che consentono all’Io di ciascuno
di noi il controllo sull’intera personalità. In generale la corteccia, e in
particolare la parte che in tutti i mammiferi riceve la proiezione dal nucleo mediodorsale del talamo - funzionalmente basata
sull’inibizione delle componenti attive in equilibrio dinamico - svolge un
ruolo insostituibile nella riorganizzazione dell’input interno in modo da assicurare una prevalenza
dell’apprendimento mediato dalla coscienza dichiarativa e consolidato nei
principi, nella mentalità, nel fondamento culturale e morale dell’individuo,
sui processi e gli impulsi che derivano da apprendimenti e reazioni istintive
ed emotive. Non è tuttavia chiaro se l’autoregolazione psicofisiologica, e
conseguentemente psicologica del soggetto, abbia la sua base in questo
controllo corticale sui centri sottocorticali, per questo numerose ricerche
sono state condotte per accertarlo e definirne le basi morfo-funzionali.
Lo
scompenso o il deficit
dell’autoregolazione
si ritiene che sia un elemento centrale in molti problemi di salute mentale.
L’autoregolazione può essere minata dall’incapacità di vincere tentazioni che
sembrano sopraffarci, superare i circoli viziosi derivanti da un umore negativo
o riuscire a mantenere un regime fisiologico di attività mentale e
comportamento, nonostante la perdita di risorse per squilibrio fra sintesi e
consumo molecolare e cellulare[1].
Todd
F. Heatherton e Dylan D. Wagner del Department of Psychological and Brain
Science, Darthmouth College, Hanover, USA, hanno realizzato una dettagliata
rassegna degli studi principali sull’argomento, in un articolo che può
senz’altro costituire un efficace strumento di aggiornamento ed approfondimento
sulla neuroscienza cognitiva delle condizioni e delle circostanze in cui si
determina deficit dell’autoregolazione. (Heatherton T. F.
& Wagner D. D. Cognitive neuroscience of self-regulation failure. Trends Cogn Sci 15 (3), 132-139, 2011).
La
ricerca cognitiva suggerisce che il successo delle attività di autoregolazione
dipende da un controllo top-down della corteccia prefrontale sulle strutture
sottocorticali implicate nel circuito a ricompensa e nella mediazione delle
emozioni.
La
rassegna focalizza l’attenzione su studi recenti, condotti mediante neuroimaging funzionale, i cui risultati
supportano un modello di equilibrio nell’autoregolazione, nel quale si verifica
scompenso quando il bilancio delle forze è spostato in favore dei centri sottocorticali, sia a causa di impulsi particolarmente forti provenienti
da queste aree, sia a motivo di un difetto funzionale della corteccia
prefrontale.
Questo
modello, come dimostrano gli autori della rassegna, è coerente con le più
recenti acquisizioni nel campo della neurobiologia della regolazione delle
emozioni, della dipendenza da sostanze psicotrope d’abuso e dei processi
decisionali.
L’autore della nota invita alla lettura delle recensioni di
argomento connesso che compaiono nelle “Note e Notizie”.
[1] Si pensi alle condizioni depressive e ai disturbi d’ansia in cui si ha deplezione delle amine biogene neuromediatrici, serotonina, dopamina e noradrenalina, e la perdita di neuroni ippocampali.